Marche, scatta la corsa a quota 100: domande raddoppiate in una settimana

Marche, scatta la corsa a quota 100: domande raddoppiate in una settimana
ANCONA - Non è ancora febbre da quota 100, ma poco ci manca. Se i numeri dicono qualcosa, nelle Marche si è spostato più di qualcosa nell’ultima...

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ANCONA - Non è ancora febbre da quota 100, ma poco ci manca. Se i numeri dicono qualcosa, nelle Marche si è spostato più di qualcosa nell’ultima settimana tra i lavoratori che guardano, oltre la barricata del posto di lavoro, verso il traguardo della pensione. È l’effetto della sempre maggiore definizione delle normative che si stanno incastrando nel mosaico della fatidica quota 100 che il governo sta aggiornando di settimana in settimana. Nelle Marche il 4 febbraio c’erano 648 domande nei cinque uffici provinciali dell’Inps mentre a tutto ieri, le richieste di lavorazione pratiche sono salite a 1218.

  
Fin qui i numeri che vale la pena di analizzare. Intanto il lavoro che è stato fatto a monte da Roma. «La direzione generale Inps - spiega il direttore delle Marche, Alessandro Tombolini - ha inviato alle sedi territoriali le liste dei possibili beneficiari di pensione anticipata con “quota 100”, ottenute incrociando non solo la data di nascita e l’anzianità contributiva ma anche le domande di prestazioni pensionistiche (ricongiunzioni, riscatti , computi, etc.) presenti in tutte le gestioni amministrate dall’Istituto». Dai possibili beneficiari si passa direttamente alle domande effettivamente presentate «che sono 1218 - continua Tombolini - e circa il 34 % riguarda dipendenti pubblici. Qual è il punto cardine per lo sblocco della pensione? L’operazione propedeutica e fondamentale per l’erogazione tempestiva della “quota 100” consiste nella sistemazione del conto assicurativo degli iscritti, che verrà affrontato secondo tre criteri di priorità. Quindi, innanzitutto la data di presentazione, poi i diritti maturati entro il 29 gennaio del 2018; infine i soggetti con 62 anni di età ed una domanda di prestazione (ricongiunzione, riscatto, computo, ecc.) ancora da evadere».
 

Stilare una sorta di identikit del possibile pensionato dell’era “quota 100 non è semplice. «Per le istanze dei dipendenti pubblici - prova a misurare gli ordini di grandezza ancora Tombolini - occorre relazionarsi con gli enti datori di lavoro che in alcuni casi sono gli unici depositari delle informazioni rilevanti». Nell’ambito pubblico di sicuro c’è una corsia particolare, generata da un assetto particolare che l’Inps ha scelto. «In particolare - precisa Tombolini - ci si aspetta un flusso significativo di domande da parte del personale del comparto scuola, per il quale esiste un accordo di collaborazione fra Inps Marche e il corrispondente Ufficio Scolastico Regionale che rende possibile una maggiore rapidità ed efficacia nella sistemazione del conto individuale». Ad ogni buon conto, con i dati in mano , alcuni tratti distintivi si possono estrapolare: per esempio, quasi metà delle richieste arriva da Ancona. Una domanda su tre arriva da dipendenti della pubblica amministrazione con punte anche di uno su due ad Ascoli (dove è compresa anche la quota di Fermo). «Per gestire e monitorare il flusso lavorativo delle domande di pensione quota 100 - conclude Tombolini - è stata creata una rete tra referenti delle Direzioni provinciali, di Direzione regionale e, a livello di Direzione Generale, sarà istituita una task force per risolvere le sistemazioni dei conti assicurativi particolarmente complesse». Non ci sono invece tempi certi ancora sulla possibilità di avvalersi del simulatore, il software in via di perfezionamento dai programmatori Inps per calcolare la pensione quota 100 rispetto a quella ordinaria. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico