Coronavirus: mille morti nelle Marche, la seconda ondata ha fatto più vittime della prima

Coronavirus: mille morti nelle Marche, la seconda ondata ha fatto più vittime della prima
ANCONA  - Più morti nella seconda ondata, quando ormai le insidie del Coronavirus erano note a tutti, che durante lo tsunami della fase-1, quando l’epidemia...

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ANCONA  - Più morti nella seconda ondata, quando ormai le insidie del Coronavirus erano note a tutti, che durante lo tsunami della fase-1, quando l’epidemia travolse i reparti dove ancora non si sapeva come curare i pazienti infettati e i medici non avevano nemmeno mascherine a sufficienza. Il sorpasso, per le Marche, si è registrato con il bollettino arancione di domenica sera, che ha fatto salire il totale dei decessi correlati all’epidemia a 1.978.

 

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Nella fase 1, dal 3 marzo al 16 giugno, prima che la curva dei decessi si appiattisse del tutto per due mesi e mezzo, c’erano stati 987 morti riconducibili all’epidemia di Sars-Cov-2: soprattutto uomini (589, rispetto alle 398 donne) con un’età media di 80,5 anni e nel 94,9% dei casi con patologie pregresse. Poi, con la ripresa dei contagi ad agosto, anche la curva dei decessi si era rimessa in moto, anche se con effetto ritardato di 2-3 settimane. 

La prima vittima marchigiana della seconda ondata risale al 2 settembre, quando nel reparto Malattie Infettive di Torrette spirò una 93enne di Potenza Picena. Tre morti a settembre, poi 29 a ottobre, 245 a novembre, 307 a dicembre e 395 a gennaio, con un crescendo che ricorda il bagno di dolore della primavera 2020, con 452 decessi a marzo e 454 ad aprile, prima del crollo nel mese di maggio (81). Anche febbraio è iniziato con una giornata dolorosa, con 8 vittime (cinque uomini e tre donne, di età tra i 72 e i 98 anni). Siamo a 999 vittime della seconda ondata e a un totale di 1.986.


L’età media delle vittime in questa fase-2, anche per effetto dei focolai nelle Rsa e residenze per anziani, è salita e adesso (considerato l’intero arco dell’epidemia) raggiunge gli 82 anni. Aumentata anche la quota delle vittime con altre patologie, ora complessivamente al 96,1%. Nell’ondata di primavera il Coronavirus aveva seminato morte soprattutto nel nord della Regione: 523 delle 987 vittime abitavano in provincia di Pesaro Urbino, il resto tra Ancona (214), Macerata (164) Fermo (65) e Ascoli (19) con 8 vittime di fuori regione. I quasi mille morti dell’ondata d’autunno sono invece distribuiti in modo più uniforme: 286 nella provincia di Pesaro Urbino, 266 ad Ancona, 174 nel Maceratese, 122 nel Fermano, 142 in provincia di Ascoli.


I dati delle Marche, raccolti e analizzati dall’Osservatorio epidemiologico della Regione diretto dal dottor Marco Pompili, sono abbastanza in linea con l’andamento nazionale evidenziato da uno studio dell’Istituto superiore della Sanità. Il report ha esaminato i decessi in Italia dall’inizio dell’epidemia al 27 gennaio scorso, dividendo tra una prima ondata da marzo a maggio 2020, la fase di bassa incidenza giugno-settembre e la seconda ondata (ottobre 2020-gennaio 2021) ancora in corso. Nella prima ondata, usando questa catalogazione, le Marche hanno avuto 978 vittime, tra giugno e settembre appena 7 e 991 nella seconda ondata). I pazienti di sesso maschile rappresentano il 56,7% delle vittime marchigiane (il 56,3% nel dato nazionale), l’età media dei deceduti è di un anno più alta di quella italiana (82 contro 81).


Lo studio dell’Iss indica anche le più comuni patologie croniche preesistenti nei pazienti Covid deceduti, che possono essere anche più di una contemporaneamente. Nelle Marche la più ricorrente co-morbilità riguarda le malattie cardiovascolari (29,7%), seguite da diabete (13,1%), malattie respiratorie croniche (12,8%) e tumori (12,4%).

 

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Corriere Adriatico