Censis-Fondazione Merloni Le "due facce" delle Marche

Il rettore Sauro Longhi
ANCONA - Le Marche a due facce; una è dinamica, l'altra invece si adatta. Una parte delle Marche che gioca...

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ANCONA - Le Marche a due facce; una è dinamica, l'altra invece si adatta.




Una parte delle Marche che gioca d'anticipo e insegue la crescita, con internazionalizzazione e ricerca, un'altra parte che si «adatta», cerca un aggiustamento e si ricompatta su valori tradizionali, riscoprendo ad esempio l'associazionismo. Sono le velocità della società marchigiana che reagisce alla crisi, emerse dai risultati dell'indagine sul tema «Identità e valori nelle Marche» curata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Aristide Merloni.



La ricerca è stata presentata alla Facoltà di Economia della Politecnica delle Marche. Il rischio, ha spiegato Giulio De Rita (Censis), è che il solco tra queste realtà si ampli in assenza del precedente collante che era la piena occupazione: serve dunque «ri-saldarle», trovando elementi sostitutivi che possono consistere nelle ricadute positive sulla società che si adatta delle azioni di chi 'corrè ma anche nell'esempio delle componenti più dinamiche per quelle lente al fine di evolversi.



Nelle Marche, ha osservato Sauro Longhi, rettore della Politecnica, un fattore di sviluppo è anche la ricerca scientifica e l'ateneo «è volano di crescita per il territorio». La crisi ha picchiato duro, dice l'indagine Censis, l'occupazione è calata, è cambiato il modello di responsabilità sociale tipico delle industrie marchigiane ma la «tenuta socioeconomica ha sostanzialmente retto». Due però sono le facce di questa realtà: le imprese 'scampatè alla crisi, per un 62% anticipando i tempi, innovando e cercando nuovi mercati (nel 2013 le Marche erano terze in Italia per propensione all'export); mentre l'altra parte si adatta, riscoprendo forze nascoste, perchè non riesce a tenere il passo o perchè ha altre priorità. Spie del trend sono elementi diversi tra loro: la riduzione di consumi (-7% contro -5% italiano tra 2008 e 2013), l'aumento del 17% di associazionismo, ma anche un cambiamento culturale: nel 2014 il secondo film più visto nelle Marche è stato "Il giovane favoloso" su Leopardi, mentre nel 2008 stravincevano i cinepanettoni. Resta il forte attaccamento alla famiglia: 92% vuole contribuire al benessere dei propri cari contro l'83% della media nazionale. Fare un lavoro che 'contà importa al 56% dei marchigiani contro il 76% di quelli che vogliono fare qualcosa che sia apprezzato. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico