La curva rallenta piano, da seguire l'andamento alterno delle terapie intensive. E si continua a morire

In 15 giorni contagi giù nelle Marche. Si allenta la tensione sulle terapie intensive
ANCONA  - Andamento lento. Ogni parametro della liturgia del virus scende, piano, goccia a goccia. La comparazione, diluita su quindici giorni, è la rappresentazione...

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ANCONA  - Andamento lento. Ogni parametro della liturgia del virus scende, piano, goccia a goccia. La comparazione, diluita su quindici giorni, è la rappresentazione plastica che al massimo sforzo corrisponde il minimo del risultato. Convertito in pratica: la strada per battere il Covid è ancora lunga e tortuosa. La narrazione in cifre rivela che i 3.123 contagi contati nella settimana che andava dall’11 al 17 gennaio sono scesi in quella successiva, dal 18 al 24, a 2.827. Meno 296: un dato che fa ben sperare, sebbene nello stesso intervallo di tempo ci sia stata una minima variazione di tamponi, passati da 11.637 a 11.572. Il che si traduce nel tasso di positivi, che dal 26,8% cala al 24,8%. 

 

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I sintomatici, sempre fermi a quota 342, passano dall’11% al 12,1%. Questione di concentrazione: si tratta infatti della percentuale sul totale dei nuovi casi. Ancora un lieve sospiro di sollievo, perché diminuisce la pressione nelle terapie intensive: gli 83 degenti, che rappresentavano il 38%, arrivano a 74 (32%). Quelli in area medica vanno da 590, il 50%, a 546, il 46%. In entrambe le combinazioni si tratta di occupazione di pazienti-Covid sul totale dei posti messi a disposizione della causa dagli ospedali del territorio, da nord a sud. 


Scende, piano come una goccia. Talvolta risale. Dopo sei giorni consecutivi di calo, ieri è tornato a crescere il numero di ricoveri-Covid: 622, due in più rispetto al giorno prima. Il sali-scendi dell’emergenza segna, tuttavia, un punto a favore: diminuiscono i malati più gravi, 73 in terapia intensiva (-1) e 149 in semintensiva (-6), mentre aumentano quelli nei reparti non intensivi (400, +9). La tensione pare allentarsi. Nel bollettino quotidiano della pandemia si segnala, inoltre, che sono state dimesse 12 persone e che gli assistiti nei pronto soccorso sono saliti a 30, sei in più rispetto a domenica. 

 


Ma si continua a morire. E guai a svilire con i numeri un tema che è soprattutto umano. Soprattutto per le famiglie che subiscono le perdite, per chi soffre e per tutti coloro che, medici e infermieri, sono immersi nelle trincee più avanzate di un virus che non molla la presa. Sono 11 le esistenze che non hanno retto agli attacchi del Coronavirus. Sono morti 8 uomini e 3 donne, tra 64 e 94 anni, tutti con patologie pregresse. Le vittime erano residenti a Fano, Porto San Giorgio, Cupramontana, Barbara, Senigallia, Camerano, Colli al Metauro e Pesaro.

Il bilancio giornaliero del Servizio Sanità della Regione dà la profondità della ferita: sale a 1.894 il totale di vite spezzate dall’inizio della pandemia. E nonostante le restrizioni imposte dalla zona arancione, il Covid non rallenta la corsa. Tant’è che si contano 200 nuovi positivi, un numero più basso, come ogni lunedì o giorno postfestivo, perché sono stati analizzati meno tamponi: 2.976 in tutto, di cui 1.862 nel percorso nuove diagnosi, di cui 1.115 nello screening con percorso antigenico, e 1.114 nel percorso guariti. Il rapporto positivi/testati si assesta al 10,7%. Il maggior numero dei casi, 90, sono in provincia di Ancona, 49 in provincia di Macerata, 28 tra Pesaro e Urbino, 26 nel Fermano e 7 nell’Ascolano. Ancora un dettaglio: 31 sono i sintomatici. Scende, piano come una goccia. Talvolta risale. 

 

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Corriere Adriatico