La curva rallenta piano, da seguire l'andamento alterno delle terapie intensive. E si continua a morire

In 15 giorni contagi giù nelle Marche. Si allenta la tensione sulle terapie intensive
In 15 giorni contagi giù nelle Marche. Si allenta la tensione sulle terapie intensive
di Maria Cristina Benedetti
3 Minuti di Lettura
Martedì 26 Gennaio 2021, 02:40

ANCONA  - Andamento lento. Ogni parametro della liturgia del virus scende, piano, goccia a goccia. La comparazione, diluita su quindici giorni, è la rappresentazione plastica che al massimo sforzo corrisponde il minimo del risultato. Convertito in pratica: la strada per battere il Covid è ancora lunga e tortuosa. La narrazione in cifre rivela che i 3.123 contagi contati nella settimana che andava dall’11 al 17 gennaio sono scesi in quella successiva, dal 18 al 24, a 2.827. Meno 296: un dato che fa ben sperare, sebbene nello stesso intervallo di tempo ci sia stata una minima variazione di tamponi, passati da 11.637 a 11.572. Il che si traduce nel tasso di positivi, che dal 26,8% cala al 24,8%. 

LEGGI ANCHE:

Coronavirus, crollano i tamponi, ma i nuovi positivi nelle Marche sono 200 (più 50 ai test rapidi)/ La progressione del contagio


I sintomatici, sempre fermi a quota 342, passano dall’11% al 12,1%.

Questione di concentrazione: si tratta infatti della percentuale sul totale dei nuovi casi. Ancora un lieve sospiro di sollievo, perché diminuisce la pressione nelle terapie intensive: gli 83 degenti, che rappresentavano il 38%, arrivano a 74 (32%). Quelli in area medica vanno da 590, il 50%, a 546, il 46%. In entrambe le combinazioni si tratta di occupazione di pazienti-Covid sul totale dei posti messi a disposizione della causa dagli ospedali del territorio, da nord a sud. 


Scende, piano come una goccia. Talvolta risale. Dopo sei giorni consecutivi di calo, ieri è tornato a crescere il numero di ricoveri-Covid: 622, due in più rispetto al giorno prima. Il sali-scendi dell’emergenza segna, tuttavia, un punto a favore: diminuiscono i malati più gravi, 73 in terapia intensiva (-1) e 149 in semintensiva (-6), mentre aumentano quelli nei reparti non intensivi (400, +9). La tensione pare allentarsi. Nel bollettino quotidiano della pandemia si segnala, inoltre, che sono state dimesse 12 persone e che gli assistiti nei pronto soccorso sono saliti a 30, sei in più rispetto a domenica. 


Ma si continua a morire. E guai a svilire con i numeri un tema che è soprattutto umano. Soprattutto per le famiglie che subiscono le perdite, per chi soffre e per tutti coloro che, medici e infermieri, sono immersi nelle trincee più avanzate di un virus che non molla la presa. Sono 11 le esistenze che non hanno retto agli attacchi del Coronavirus. Sono morti 8 uomini e 3 donne, tra 64 e 94 anni, tutti con patologie pregresse. Le vittime erano residenti a Fano, Porto San Giorgio, Cupramontana, Barbara, Senigallia, Camerano, Colli al Metauro e Pesaro.

Il bilancio giornaliero del Servizio Sanità della Regione dà la profondità della ferita: sale a 1.894 il totale di vite spezzate dall’inizio della pandemia. E nonostante le restrizioni imposte dalla zona arancione, il Covid non rallenta la corsa. Tant’è che si contano 200 nuovi positivi, un numero più basso, come ogni lunedì o giorno postfestivo, perché sono stati analizzati meno tamponi: 2.976 in tutto, di cui 1.862 nel percorso nuove diagnosi, di cui 1.115 nello screening con percorso antigenico, e 1.114 nel percorso guariti. Il rapporto positivi/testati si assesta al 10,7%. Il maggior numero dei casi, 90, sono in provincia di Ancona, 49 in provincia di Macerata, 28 tra Pesaro e Urbino, 26 nel Fermano e 7 nell’Ascolano. Ancora un dettaglio: 31 sono i sintomatici. Scende, piano come una goccia. Talvolta risale. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA