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Marco Pierpaoli, segretario Confartigianato Ancona-Pesaro Urbino, crede in una ripartenza delle attività dal 20 aprile?
«Questa pandemia ha evidenziato che prima di crederci bisogna vedere i provvedimenti.
Anche perché?
«Siamo convinti che non siano le attività economiche a essere centri di contagio se si rispettano le regole. Serve anche un grandissimo senso civico altrimenti le piccole attività potrebbero pagare per tutti».
E anche per questo avete più volte sollecitato il Governo sul tema della tutela delle micro e piccole imprese
«Esatto. Mentre le grandi imprese fuggono dall’Italia, chi gestisce una micro o piccola impresa viene trattato male».
Temete la desertificazione imprenditoriale?
«Lo tsunami di chiusure è già iniziato e sono i dati a dirlo».
Ovvero?
«Mille piccole imprese già chiuse nel 2020 nella nostra regione, fatturati falcidiati fino al 70%. Ma non si può ridurre ogni ragionamento al fatturato».
Perché?
«Basti penare al dramma di una piccola attività aperto a metà 2019 o inizio 2020 a cui i ristori non sono arrivati perchè si prendeva come parametro solo il fatturato dell’anno precedente».
Cosa servirebbe?
«Ricreare le condizioni per poter fare impresa: regole certe, un anno bianco della tassazione, moratoria del credito. Senza mutui o altre dinamiche è difficile far ripartire le imprese. Serve una cura d’urto per una ripartenza sul 2022».
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Corriere Adriatico