ANCONA - Molto più che in Italia. Addirittura a due centesimi dalla soglia, lunare, del 38%: l’exploit nazionale della Lega alle Europee consegna alle Marche - come...
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TUTTI I RISULTATI DELLE ELEZIONI EUROPEE E COMUNALI MARCHE
È trionfo vero perché la bandiera di via Bellerio sale sui pennoni di comuni simbolo dei partiti tradizionali: dal 43% di Macerata Feltria (patria della Morani) al 33,3 di Offida (il Comune di Agostini), dal 44% di Corinaldo (il paese della strage della Lanterna Azzurra) fino al 51% di Rapagnano (il fortino dell’ex coordinatore forzista e sindaco Ceroni). In tanta tempesta, il secondo elemento chiave è il sostanziale pareggio del Partito Democratico. «Si è invertito un trend - dice il segretario Gostoli - torniamo a crescere, anche se solo di un punto rispetto alle politiche di un anno fa. Siamo sopra la media nazionale al nord e al di sotto nel sud delle Marche». Ma nelle Marche dove il Pd governa è una vittoria dai due volti: annuncia pericoli in vista con le Regionali al 2020.
Per dirla con Ciccioli, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia: «Il centrodestra unito nelle Marche, con oltre il 49% dei voti alle elezioni europee. L’analisi è impietosa, è scritta sui numeri e non ha bisogno di ragionamenti» argomenta. «Grande soddisfazione anche per il risultato di Fratelli d’Italia - aggiunge Ciccioli - che si consolida nel nostro territorio come secondo partito della coalizione di centrodestra, con un risultato particolarmente eclatante nella provincia di Macerata». Di una cosa però il Pd si rallegra e non è cosa da poco: i suoi voti sono quasi tutti integri. Dalle Politiche 2018 (189mila) alle Regionali 2015 ballano appena 3mila voti. (186mila) mentre domenica i voti sono arrivati a quota 170mila.
«Bisogna vedere - conclude il segretario regionale Pd - il voto nei Comuni e nelle città: sono le amministrative in un clima politico più difficile di sempre». Il voto di Pesaro - e fino a un certo punto anche quello di Fano - gli darà ragione anche se la Mancinelli tornerà alla carica.
Ha argomenti concreti: Ancona, seppur di poco, è uno dei centri in cui il Pd resta leader (con Jesi e Urbino) mentre a Pesaro, Falconara e Senigallia sfiora il 30% ma va sotto. Ceriscioli e il suo direttorio però su questo punto hanno già fatto quadrato una volta e promettono di restare tetragoni: avanti così, semmai con maggiore vigore nell’azione regionale. Aspettando il candidato del centrodestra per il 2020, non c’è male come inizio della lunghissima volata. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico