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Il polo logistico
Seduti allo stesso tavolo Alex D’Orsogna, Ad dell’Aeroporto di Ancona, Massimo Stronati, presidente di Interporto Marche Spa e Vincenzo Garofalo, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Centrale. Guardando al futuro, sicuramente la novità principale è l’arrivo di Amazon, il colosso dell’e-commerce che a Jesi costruirà un hub di 65mila metri quadri, il più grande del sud dell’Europa. «Contano di finire i lavori entro l’estate del 2024, per iniziare l’attività già nel 2025» ha spiegato Stronati.
«Nel 2023 abbiamo attivato i voli per Parigi, abbiamo riportato EasyJet coi voli su Londra» ha rivendicato l’amministratore delegato dell’unico scalo marchigiano. Ma non di soli passeggeri vivono le Marche, ed ecco allora un piano futuro in più punti. Sviluppo del cargo - già oggi Falconara è il decimo aeroporto italiano per le merci, grazie ai voli di UPS e DHL - così come la manutenzione dei velivoli. E nemmeno il cielo è un limite per D’Orsogna.
Il protocollo con il Cnr
«Abbiamo siglato un protocollo col Cnr per l’aviolancio di piccoli satelliti» racconta, prospettando anche partnership con la neonata divisone aerospaziale di Amazon. Infine il porto di Ancona. Procede a tappe forzate il progetto della penisola per lo spostamento del traffico dei traghetti dal cuore di Ancona. «Mercoledì andremo in conferenza dei presidenti delle Autorità portuali col documento di programmazione» ha annunciato Garofalo. Ma sono tanti altri i progetti portati avanti, come i cento metri in più di Darsena Marche che serviranno ad aprire la banchina 27, che dovrebbe essere pronta nei primi mesi del 2024. «Il porto di Ancona comincia ad essere stretto, insufficiente per pensare al futuro» il monito del presidente dell’autorità portuale. Presente al tavolo anche Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio delle Marche: «Abbiamo realizzato un libro bianco delle priorità infrastrutturali delle Marche, che sono ben 14» ha annunciato. E ancora: «A volte costa più il non fare che il fare».
Capitolo a parte per le strade, su cui è tornato Acquaroli. «La Pedemontana è una strada che dà un’opportunità enorme» ha detto, ricordando il finanziamento monstre da 500 milioni per la sua prosecuzione a sud. Spazio anche per la ricostruzione post-sisma. «Le Marche, una regione piccola e forte, capace di resistere alle grandi crisi» ha sottolineato Dino Latini, presidente del Consiglio Regionale. La sfida, però, è anche quella di fermare la diaspora degli abitanti del cratere. «Cominciare la ricostruzione dai centri storici delle città più colpite» propone Acquaroli per lanciare un segnale.
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Corriere Adriatico