Nuovi fondi per il commercio, obiettivo: ripopolare i borghi. ​Il bando prevede contributi per delocalizzare le attività. Ecco di che si tratta

Nuovi fondi per il commercio, obiettivo: ripopolare i borghi. Il bando prevede contributi per delocalizzare le attività. Ecco di che si tratta
ANCONA - L’obiettivo è quello di creare una nuova economia, che corre parallela ai sistema ancorato nella realtà regionale: un secondo modello Marche che...

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ANCONA - L’obiettivo è quello di creare una nuova economia, che corre parallela ai sistema ancorato nella realtà regionale: un secondo modello Marche che coinvolgerà i borghi della regione - quelli nel cratere del terremoto ma non solo - ed i centri storici. Ma il fine principale è quello di ripopolare i paesi lontani dalla costa, quelli rimasti ai margini e mai rilanciati veramente. Ieri Camera di commercio e Regione Marche, in linea con la strategia regionale di rilancio a favore dei borghi e dei centri storici, hanno ufficializzato un nuovo bando per la concessione di contributi per il commercio finalizzati al ripopolamento delle aree interne. 

 

 
La legge ad hoc
Progetto realizzabile attraverso l’avvio del trasferimento di impresa di unità locale, insomma un incentivo per avviare (o spostare) attività commerciali fuori dei grandi agglomerati urbani. «Per borghi, relativamente a questo bando che scade il 31 maggio 2022 - si legge nella nota della Regione -, si intendono i piccoli comuni non costieri con meno di 5.000 abitanti: i paesi che coprono oltre la metà della superficie delle Marche (53% circa)». Realtà identitarie che la Regione Marche intende valorizzare con politiche mirate, «come quelle che porteranno – su indicazione del presidente Francesco Acquaroli – alla riqualificazione delle aree interne attraverso la legge sui borghi», proposta dalla giunta regionale e approvata all’unanimità dall’Assemblea legislativa. Per il vice presidente della Regione Mirco Carloni si tratta di «un altro tassello nel progetto di rivitalizzazione del tessuto socio-culturale ed economico-produttivo, sviluppato intorno a nuove politiche per la valorizzazione dei prodotti enogastronomici, della sapienza artigianale e della capacità imprenditoriale e della riqualificazione del tessuto urbano, con evidenti riflessi positivi anche sul fronte dell’accoglienza». Spazi importanti che si trovano lungo la dorsale appenninica «dove progettare nuove economie, specie nell’area del cratere (è di oggi anche la notizia della mancata proroga del credito di imposta per i comuni colpiti dal sisma), rafforzando commercio di prossimità, agroalimentare, biodiversità», come ha sottolinea Fausto Calabresi, componente di Giunta camerale con delega al Commercio. Gli fa eco Massimiliano Polacco, rappresentante del Turismo in Giunta Camera Marche: «Incentivare l’imprenditorialità commerciale in questi paesi vuol dire cominciare a dare linfa anche al turismo, un primo passo alla ripartenza di posti che non diventano luoghi fino a che non possono essere esperiti: e per questo servono infrastrutture, servizi essenziali di base, digitali, recupero dei beni immobili». 


Il progetto 


Un asset importante è quello della Cultura, che l’assessore Giorgia Latini porta nei borghi con il progetto MarcheStorie: per la seconda edizione è stata già avviata una riflessione con tutti i sindaci dei Comuni coinvolti.


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Corriere Adriatico