Erap, nomina dopo la guerra: il segretario generale è Ferri. Il compromesso scontenta Castelli e Di Ruscio, la spunta Ciccioli

Erap, nomina dopo la guerra: il segretario generale è Ferri. Il compromesso scontenta Castelli e Di Ruscio, la spunta Ciccioli
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ANCONA Ci sono voluti otto mesi e alla fine si è arrivati ad una soluzione di compromesso che, di fatto, non accontenta nessuno dei duellanti in campo. Parliamo della saga del rinnovo dei vertici Erap, su cui la Regione si è avvitata a causa di una sanguinosa guerra interna a Fratelli d’Italia. Recita il proverbio: tra i due litiganti, il terzo gode. Saggezza popolare che sembra applicarsi perfettamente al caso in questione.

 


Il nodo


Il nodo gordiano era la scelta del segretario generale dell’Ente regionale per l’abitazione pubblica. Con una delibera dello scorso luglio, la giunta aveva designato per il ruolo l’ascolana Sabrina Tosti, fortemente sponsorizzata dal concittadino Guido Castelli all’epoca assessore regionale alle Partecipate. Nome poco gradito al presidente del consiglio di amministrazione dell’Erap Saturnino Di Ruscio, che in questi mesi ha fatto fuoco e fiamme (compreso inviare a Palazzo Raffaello una relazione al vetriolo in cui mirava ad alzo zero sulle proposte avanzate dalla giunta) per sostituirlo con quello del fermano Sauro Vitaletti. Una strenua opposizione che ha costretto Acquaroli&co a ritirare la delibera e prendere tempo per trovare una soluzione che non facesse scorrere il sangue. Soluzione arrivata venerdì, con la ratifica da parte dell’Erap dei nuovi nomi indicati dalla giunta. Nella casella della segreteria generale viene inserito l’anconetano Franco Ferri - ferocemente attaccato da Di Ruscio nell’ormai famosa relazione - che avrebbe avuto l’assist del capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli. Fuori dai giochi Tosti. 


La delibera


Vitaletti viene invece confermato come responsabile dei presidi di Pesaro Urbino e Fermo. A Ferri va anche il presidio di Ancona, mentre Macerata e Ascoli Piceno mantengono le attuali guide: Daniele Staffolani (che andrà in pensione tra un anno) e Ettore Pandolfi. Vertici che resteranno in carica per tre anni. Rispetto alla delibera 961 dello scorso luglio, oltre a Tosti sono spariti dai radar anche Stefania Di Lorenzo, che era stata indicata per il presidio di Ascoli - e negli scorsi mesi aveva inviato una diffida al governatore Acquaroli e del segretario generale Becchetti per veder confermata la sua nomina - e Maurizio Urbinati, nel frattempo andato in pensione. Una pagina decisamente poco edificante per la Regione.
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Corriere Adriatico