Dispositivi medici, nelle Marche sforati i tetti di spesa per oltre 290 milioni di euro: fornitori a rischio crac

Dispositivi medici, nelle Marche sforati i tetti di spesa per oltre 290 milioni di euro: fornitori a rischio crac
ANCONA Per l’acquisto dei dispositivi medici, la sanità regionale ha sforato i tetti di spesa e, come in un effetto domino, a pagarne le conseguenze saranno le...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ANCONA Per l’acquisto dei dispositivi medici, la sanità regionale ha sforato i tetti di spesa e, come in un effetto domino, a pagarne le conseguenze saranno le aziende fornitrici. Un cortocircuito di dimensioni nazionali ma che, declinato sulle Marche, parla di un superamento dei limiti di spesa da 292.197.000 euro tra il 2015 ed il 2018 da parte delle quattro aziende ospedaliere (Asur, Azienda ospedaliera regionale di Torrette, Marche Nord ed Inrca). E per ripianare questo sforamento i fornitori dovranno contribuire in quota parte per oltre 130 milioni di euro. Cifre che rischierebbero di far saltare i conti delle aziende.  


Il decreto


Alla base del cosiddetto “payback” - meccanismo per cui i fornitori devono contribuire al ripiano degli sforamenti della sanità pubblica - c’è il decreto legge 115/2022 (Aiuti-bis): con l’articolo 18, in particolare, viene dato concretamente avvio al procedimento per certificare lo sfondamento del tetto di spesa previsto per gli acquisti dei dispositivi nel quadriennio 2015-2018. Un’altra accelerata è stata data dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dello scorso 15 settembre del Decreto del Ministero della Salute con cui viene certificato il superamento dei tetti di spesa regionali per gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018. Ciò comporta che entro la metà di gennaio 2023, le aziende interessate dovrebbero versare le quote di ripiano di propria competenza per il periodo di riferimento, che nelle Marche, si diceva, ammonta ad oltre 130 milioni di euro in totale. Il conto alla rovescia verso la deadline del prossimo gennaio iniziato con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale prevede alcune tappe intermedie: a metà ottobre sono state adottate le linee guida propedeutiche all’adozione dei provvedimenti regionali e provinciali. Poi le Regioni e le Province Autonome hanno dovuto pubblicare l’elenco delle aziende soggette a ripiano per ciascun anno e conseguentemente adottare i provvedimenti di ripiano. Infine, lo step di gennaio, quando le aziende destinatarie dei provvedimenti dovranno ripianare l’importo dovuto (una percentuale di payback pari al 40% nel 2015, al 45% nel 2016 e al 50% dal 2017).


I ricorsi


Al fine di contestare alla radice questa manovra, le aziende del settore stanno impugnando davanti al Tar del Lazio il Decreto Ministeriale di accertamento del superamento dei tetti di spesa da cui parte la ripartizione dei ripiani. Ed i primi ricorsi sono iniziati ad arrivare anche nelle Marche. Bisognerà attendere il pronunciamento della giustizia amministrativa e, intanto, le aziende fornitrici restano con il fiato sospeso. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico