Covid, dietrofront del virus nelle Marche: contagi in discesa, si svuotano gli ospedali. Regione a un passo dalla zona bianca

Covid, dietrofront del virus: contagi in discesa, si svuotano gli ospedali. Regione a un passo dalla zona bianca
ANCONA - Una discesa decisa, soprattutto costante. Nelle Marche la morsa della pandemia che allenta la presa è sempre più un dato consolidato. Dai 1.283 nuovi...

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ANCONA - Una discesa decisa, soprattutto costante. Nelle Marche la morsa della pandemia che allenta la presa è sempre più un dato consolidato. Dai 1.283 nuovi positivi, contati tra il 10 e il 16 maggio, si è passati ai 257 dal 7 al 13 giugno. Con il tasso d’incidenza, ovvero il numero di contagiati ogni 100mila abitanti, che è scivolato da 84,45 a 17,12. Tagliando il traguardo delle tre settimane di fila sotto quota 50, garantisce la condizione imprescindibile per conquistare il titolo, dal 21 giugno, di “zona bianca”. 

Massimo, 58 anni, muore per una crisi epatica. Il funzionario della Provincia si era vaccinato pochi giorni prima. «Un caso da valutare»

 

In corsia 
Sono passati i tempi da fiato sospeso, quando gli ospedali non erano, e non potevano essere, la rappresentazione plastica di un’attenuazione della stretta. In corsia ora si può procedere a passo sincronico rispetto al coronavirus che, con i dovuti scongiuri per l’incedere della variante Delta, sta battendo in ritirata. Zero. I pronto soccorso si mantengono saldi, dal nord al sud della regione, sulla posizione Covid-free. Quarantuno le postazioni occupate in tutte le aree mediche, che sono l’insieme dei reparti ordinari e di sub-intensiva: il 27 marzo scorso si era arrivati al picco, con 812 pazienti in tutte le Marche. Un regredire che disegna la situazione anche in terapia intensiva: qui il culmine s’era raggiunto il 25 marzo con 157 letti occupati. Ieri erano otto appena. Sono i numeri della riconversione, quelli che permettono di ripercorrere al contrario le tre fasi del piano regionale pandemico. Siamo a un passo dal primo stadio. Tradotto in pratica: quando e se si tratterà di ricoveri che necessitano di terapia intensiva, verranno fatti convergere verso il Covid Hospital di Civitanova, gli Ospedali Riuniti di Torrette, Marche Nord a Pesaro e l’ospedale di San Benedetto. Fermo diventerebbe il riferimento per coloro che non andranno intubati, ma curati a Malattie infettive.


La campagna 
Una discesa decisa, che va accompagnata a un terzo livello di lettura. La vera sfida è stata far procedere in senso diametralmente opposto la curva dei vaccini e quella pandemica. Con la prima in accelerazione e la seconda in frenata profonda. Così s’è fatto. L’ultimo report di Palazzo Raffaello indica che su 1.141.801 dosi consegnate ne sono state somministrate 1.085.509, con un rapporto del 96% tra i più alti a livello nazionale. Il primo giro è stato garantito a 756.407 persone, il richiamo a 329.102. Si procede al ritmo di 14mila sieri al giorno. 


Le province 
Innanzitutto costante, ovunque, quel calo. Procedendo di scorporo tuttavia è Pesaro-Urbino la provincia che in queste cinque settimane di riferimento ha proceduto con il passo più deciso: dai 463 nuovi positivi calcolati dal 10 e al 16 maggio si è passati ai 56 del 7-13 giugno. Ad Ancona e dintorni lo stesso salto è stato da 172 a 43. Ad Ascoli nello stesso arco temporale si è passati da 245 a 35; a Fermo da 97 a 42; a Macerata da 245 a 81. Con 9,25 è la provincia dorica a registrare il tasso d’incidenza più basso; con 26,35 Macerata è invece quella con il livello più sostenuto. 


Il bollettino 


La quotidianità non è tuttavia solo una narrazione che rassicura. Sono 29 i positivi al Coronavirus nelle Marche rilevati, nell’ultimo bollettino del Servizio Sanità della Regione, su 1.339 nuove diagnosi: 11 in provincia di Macerata, sei a Pesaro-Urbino, tre nell’Anconetano, altrettanti nel Fermano, due nella provincia di Ascoli, mentre quattro sono di fuori regione. Sono undici degenti Covid in meno, ma si continua a morire. Non hanno retto al peso del virus un 94enne di Ancona e una 69enne di Porto Recanati, entrambi compromessi da patologie pregresse. La morsa s’allenta, ma ancora lascia segni indelebili.
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Corriere Adriatico