Covid, dietrofront del virus nelle Marche: contagi in discesa, si svuotano gli ospedali. Regione a un passo dalla zona bianca

Covid, dietrofront del virus: contagi in discesa, si svuotano gli ospedali. Regione a un passo dalla zona bianca
Covid, dietrofront del virus: contagi in discesa, si svuotano gli ospedali. Regione a un passo dalla zona bianca
di Maria Cristina Benedetti
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Giovedì 17 Giugno 2021, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 15:44

ANCONA - Una discesa decisa, soprattutto costante. Nelle Marche la morsa della pandemia che allenta la presa è sempre più un dato consolidato. Dai 1.283 nuovi positivi, contati tra il 10 e il 16 maggio, si è passati ai 257 dal 7 al 13 giugno. Con il tasso d’incidenza, ovvero il numero di contagiati ogni 100mila abitanti, che è scivolato da 84,45 a 17,12. Tagliando il traguardo delle tre settimane di fila sotto quota 50, garantisce la condizione imprescindibile per conquistare il titolo, dal 21 giugno, di “zona bianca”. 

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In corsia 
Sono passati i tempi da fiato sospeso, quando gli ospedali non erano, e non potevano essere, la rappresentazione plastica di un’attenuazione della stretta. In corsia ora si può procedere a passo sincronico rispetto al coronavirus che, con i dovuti scongiuri per l’incedere della variante Delta, sta battendo in ritirata.

Zero. I pronto soccorso si mantengono saldi, dal nord al sud della regione, sulla posizione Covid-free. Quarantuno le postazioni occupate in tutte le aree mediche, che sono l’insieme dei reparti ordinari e di sub-intensiva: il 27 marzo scorso si era arrivati al picco, con 812 pazienti in tutte le Marche. Un regredire che disegna la situazione anche in terapia intensiva: qui il culmine s’era raggiunto il 25 marzo con 157 letti occupati. Ieri erano otto appena. Sono i numeri della riconversione, quelli che permettono di ripercorrere al contrario le tre fasi del piano regionale pandemico. Siamo a un passo dal primo stadio. Tradotto in pratica: quando e se si tratterà di ricoveri che necessitano di terapia intensiva, verranno fatti convergere verso il Covid Hospital di Civitanova, gli Ospedali Riuniti di Torrette, Marche Nord a Pesaro e l’ospedale di San Benedetto. Fermo diventerebbe il riferimento per coloro che non andranno intubati, ma curati a Malattie infettive.


La campagna 
Una discesa decisa, che va accompagnata a un terzo livello di lettura. La vera sfida è stata far procedere in senso diametralmente opposto la curva dei vaccini e quella pandemica. Con la prima in accelerazione e la seconda in frenata profonda. Così s’è fatto. L’ultimo report di Palazzo Raffaello indica che su 1.141.801 dosi consegnate ne sono state somministrate 1.085.509, con un rapporto del 96% tra i più alti a livello nazionale. Il primo giro è stato garantito a 756.407 persone, il richiamo a 329.102. Si procede al ritmo di 14mila sieri al giorno. 


Le province 
Innanzitutto costante, ovunque, quel calo. Procedendo di scorporo tuttavia è Pesaro-Urbino la provincia che in queste cinque settimane di riferimento ha proceduto con il passo più deciso: dai 463 nuovi positivi calcolati dal 10 e al 16 maggio si è passati ai 56 del 7-13 giugno. Ad Ancona e dintorni lo stesso salto è stato da 172 a 43. Ad Ascoli nello stesso arco temporale si è passati da 245 a 35; a Fermo da 97 a 42; a Macerata da 245 a 81. Con 9,25 è la provincia dorica a registrare il tasso d’incidenza più basso; con 26,35 Macerata è invece quella con il livello più sostenuto. 


Il bollettino 
La quotidianità non è tuttavia solo una narrazione che rassicura. Sono 29 i positivi al Coronavirus nelle Marche rilevati, nell’ultimo bollettino del Servizio Sanità della Regione, su 1.339 nuove diagnosi: 11 in provincia di Macerata, sei a Pesaro-Urbino, tre nell’Anconetano, altrettanti nel Fermano, due nella provincia di Ascoli, mentre quattro sono di fuori regione. Sono undici degenti Covid in meno, ma si continua a morire. Non hanno retto al peso del virus un 94enne di Ancona e una 69enne di Porto Recanati, entrambi compromessi da patologie pregresse. La morsa s’allenta, ma ancora lascia segni indelebili.
 

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