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ANCONA - Il passaggio dalla zona gialla a quella arancione divide la politica: e se i partiti di maggioranza blindano l’operato della giunta Acquaroli, per il Partito democratico quanto fatto dall’insediamento in poi «dà l’idea che si sia sottovalutato il problema, che viene inseguito piuttosto che anticipato, e trattato in modo superficiale».
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Nel gioco delle parti, il capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli riferisce di rumors che narrano di uno zampino del sindaco di Pesaro Matteo Ricci nella decisione della nuova collocazione marchigiana.
Il rammarico
Insomma, ad ognuno la sua ricostruzione. «I parametri delle Marche, per il 90%, erano da zona gialla – osserva con rammarico il commissario regionale della Lega Riccardo Marchetti – purtroppo, però, la Regione non può incidere sulle scelte.
La difesa
Al netto delle dietrologie, per il capogruppo Fdi «la giunta è stata estremamente prudente: tutte le decisioni sono state improntate ad una grandissima cautela». Il capogruppo dem Maurizio Mangialardi dribbla la polemica, ma fa notare che «i messaggi degli ultimi giorni, in cui si dichiarava che saremmo rimasti in zona gialla, hanno un po’ disorientato. Manca una programmazione nella gestione del Covid: Ceriscioli dovette fare il piano pandemico in 7 giorni, questa giunta si è insediata da quasi un mese. È stato difficile allora e lo è anche ora». Ecumenico il commento della capogruppo 5 stelle, Marta Ruggeri, secondo cui «la gestione del Covid, fin qui, mi sembra che sia stata adeguata, con provvedimenti presi addirittura prima del governo centrale sia dal precedente che dall’attuale presidente».
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Corriere Adriatico