ANCONA - Non solo il Covid Hospital andrà tenuto stretto ma bisognerà allestire anche altri 100 posti di terapia intensiva e altri 100 di subintensiva....
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Per questo giovedì scorso il governatore Luca Ceriscioli con i vertici della sanità regionale (la caposervizio Salute, Lucia Di Furia, il direttore generale Asur Nadia Storti con gli omologhi di Marche Nord e di Torrette, Maria Capalbo e Michele Caporossi) ha chiuso il cerchio sulle trasformazioni da condurre nei reparti dei rispettivi ospedali per arrivare all’obiettivo. La suddivisione è stata ripartita come l’allegato del decreto prevedeva: i nuovi posti andavano previsti principalmente negli hub di secondo livello e poi a scalare nei Dea di primo livello. La rumba del Coronavirus, insomma, non è finita anche se le linee guida contemplano utilizzi convertibili al 50% dei nuovi posti letto: si parte con una destinazione ordinaria ma all’occorrenza con tempestive variazioni possono diventare spazi per le rianimazioni.
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Nel dettaglio, allora. Gli Ospedali riuniti dovranno allestire altri 41 posti letto di terapia intensiva e 40 posti letto di terapia subintensiva per un investimento complessivo che gira intorno ai 13 milioni di euro. Nasceranno al piano terra della palazzina Malattie infettive. Marche nord, a ruota, dovrà garantire ulteriori 41 posti letto di terapia intensiva e 28 di terapia sub intensiva. Analogamente ad Ancona, anche per l’azienda pesarese investimento sarà intorno ai 13 milioni di euro. Invece, per quanto riguarda la Asur bisognerà mettere in campo 17 nuovi posti di terapia intensiva e 30 di sub intensiva. Secondo quanto previsto dall’organizzazione preliminare studiata dalla Storti, i posti letto andranno suddivisi tra gli ospedali di Jesi, Fermo e San Benedetto. A questi tre ospedali si aggiungerà anche quello di Senigallia, invece, per quanto riguarda gli allestimenti della terapia sub intensiva. In questo terzo segmento, la spesa sarà molto inferiore rispetto a quella delle aziende universitarie-ospedaliere: 1 milione e mezzo.
Complessivamente la Regione Marche sta mettendo a budget quasi 28 milioni di euro, una somma molto più alta dei quattro milioni messi a disposizione dal governo centrale. Verosimilmente nei prossimi giorni le poste entreranno nei capitoli di spesa della manovra Covid da 210 milioni che la giunta ha licenziato a metà della settimana appena conclusa.
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Corriere Adriatico