Consiglio, dibattito infuocato Passano i sei assessori esterni

Una seduta del consiglio regionale
ANCONA - Il consiglio regionale ha esaminato oggi la proposta di modifiche statutarie. Alla fine, con 23 voti a favore, è passata in prima lettura la modifica voluta dal Pd che...

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ANCONA - Il consiglio regionale ha esaminato oggi la proposta di modifiche statutarie. Alla fine, con 23 voti a favore, è passata in prima lettura la modifica voluta dal Pd che dà la possibilità, al futuro presidente della Regione, di nominare fino a sei assessori esterni.




L'atto era all'ordine del giorno, ma il consigliere regionale Paolo Eusebi ha chiesto il rinvio e l'apertura di un tavolo tecnico, mettendo insieme le modifiche allo Statuto e la legge elettorale. Contro il rinvio ha parlato il capogruppo del Pd Mirco Ricci e l'aula si è espressa a larga maggioranza (solo cinque voti favorevoli) per esaminare subito il provvedimento. Tre consiglieri del Pd hanno anche chiesto il voto per appello nominale.



Dibattito surriscaldato nell'aula dell'Assemblea legislativa delle Marche sulla proposta di modifiche statutarie, che comprende la facoltà di avere sei assessori esterni. Franca Romagnoli (Fdi-An) ha parlato di "una maggioranza in frantumi, come dimostra il voto sul rinvio". Oggi non si parla di cambiare la legge elettorale - ha incalzato - "perchè c'è un accordo tra Pd e Fi per lasciarla indietro, perchè c'è chi ha interesse a vincere e chi ha interesse a perdere. Andare a votare con questa legge elettorale vuole dire stare sotto la mannaia della possibile impugnativa della Corte Costituzionale, come è successo per la Regione Lombardia". Quanto ai sei assessori esterni, "sappiamo che servono a soddisfare gli appetiti dei cespugli e dei trombati, in sostanza si reintroduce il cosiddetto 'listinò. Uno scempio che noi non voteremo». Romagnoli e Renzo Marangoni (Fi) hanno sottolineato poi che "per avere sei poltrone si mandano a casa 15 padri o madri di famiglia", dipendenti assegnati ai gruppi. E Marangoni ha definito «scorretto» riproporre con un emendamento «l'ipotesi dei sei assessori esterni, "bocciata in commissione". Contrario anche Massimo Binci (Sel), secondo il quale i sei assessori esterni costerebbero 3,5 milioni nella legislatura, "cifra che insieme ai risparmi permetterebbe di liberare sette milioni di euro da destinare ad esempio al sociale". Voto favorevole da parte di Moreno Pieroni (Psi) "anche se tutto andava collocato in un quadro più ampio, coniugando riforma dello Statuto e legge elettorale", che può comunque essere varata in tempi utili. Gianluca Busilacchi (Pd) ha invitato a non ridurre il dibattito ai costi della politica e, citando Montesquieu, ha esortato a concentrarsi "sulla vera sostanza del problema, ovvero la divisione dei poteri". "In una forma di governo presidenziale quale è quella delle Regioni - ha sottolineato - è determinante sancire l'incompatibilità tra consigliere e assessore. Non si può essere controllati e controllori. Le funzioni devono essere separate, affinchè il Consiglio possa espletare effettivamente il suo ruolo".



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