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ANCONA .- Quasi due allarmi alimentari alla settimana ma meno rispetto all’anno precedente. Il 2020 della sicurezza a tavola si chiude con ben 90 notifiche del sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi, circa un terzo in meno rispetto al 2019 secondo un’analisi di Coldiretti Marche su dati della Regione Marche. Nonostante la pandemia la ferrea filiera dei controlli italiani sull’agroalimentare non è venuta meno.
Nei primi sei mesi dello scorso anno sono stati oltre 7.500 i controlli, secondo il Ministero delle Politiche Agricole, operati dai vari attori preposti a questa attività come Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi o reparti specializzati delle forze dell’ordine.
Coldiretti da anni è impegnata in una grande battaglia culturale per sostenere il cibo locale, di qualità, prodotto con buone pratiche rispettose dell’ambiente. Cibo che deve essere ben riconoscibile dai consumatori attraverso un’etichettatura comprensibile e che non lasci spazio al cibo finto Made in Italy che in realtà arriva da paesi esteri dove i controlli sono inesistenti o meno rigidi. “Questo – spiega la presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni - è uno dei motivi per cui Coldiretti ha sempre sensibilizzato governi, nazionale ed europeo, e cittadini sulla necessità di dotarsi di una legge sull'etichettatura necessaria per tutelare la salute dei cittadini e l'economia agroalimentare del nostro Paese. Un posizionamento di duplice giustizia a tutela dei diritti primari su cui continuiamo, ogni giorno, a costruire il nostro lavoro politico sindacale”. Proprio in questa direzione va l’ultima conquista in ordine di tempo, rappresentata dall’indicazione di origine obbligatoria per salumi e insaccati che si aggiunge al paniere degli alimenti già tracciati come carne di pollo e derivati, carne bovina, frutta e verdure fresche, uova, miele, olio extravergine di oliva.
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