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ANCONA Il terremoto scuote anche i detenuti del carcere di Montacuto. È stata la paura delle scosse a innescare venerdì sera una violenta sommossa nella sezione di Alta Sicurezza, terminata da una parte con quattro agenti della polizia penitenziaria finiti al pronto soccorso e dall’altra con la concretizzazione di un compromesso: cancelli delle celle aperti per tutta la notte.
I fatti
L’allarme è scattato nella serata di venerdì, quando - spaventati dalle scosse di assestamento - i detenuti del principale carcere anconetano si sarebbero rifiutati di rimanere nelle loro celle, pretendendo di passare la notte con i cancelli aperti, in maniera tale da garantire una più veloce via di fuga in caso di violente scosse.
La trattativa
Alla fine, dopo una lunga trattativa, si è arrivati a un compromesso: sono rimasti chiusi a chiave solamente i cancelli della sezione e non quelli delle celle. I detenuti avevano proposto di passare la notte fuori, al campo sportivo. I disordini, sempre venerdì sera, avrebbero riguardato altre sezioni del carcere. Ancora Silvestri: «Il grave episodio, oltre a riproporre in maniera forte la tematica delle aggressioni al personale e l’assenza di strumenti in dotazione per intervenire in occasioni simili, pone l’attenzione sulla questione più volte evidenziata dal Sappe, e mai affrontata dalle istituzioni nazionali e regionali, sulla carenza di personale nella casa circondariale di Ancona Montacuto, carcere capoluogo di regione con sezioni detentive alta sicurezza, con una carenza di organico tra le più alte - se non la più alta d’Italia, pari ad una carenza di circa il 40% - e un rapporto detenuti di 1 agente per tre 3 detenuti». Ieri mattina, per toccare con mano la situazione, a Montacuto si è recato il garante dei diritti, l’avvocato Giancarlo Giulianelli.
Sul caso è intervenuto anche il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Carlo Ciccioli, che ha espresso solidarietà nei confronti degli agenti aggrediti: «Nel carcere anconetano episodi del genere, nel corso degli ultimi anni, si sono succeduti più volte – così come in altri carceri - e solo grazie all’alta professionalità della Polizia penitenziaria, da tempo sotto organico, che non si sono registrate situazioni drammatiche».
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Corriere Adriatico