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ANCONA «Sono qui per presentare un libro, e anche questo è un gesto politico». Così Carlo Calenda ha aperto la sua conversazione di ieri al Ridotto delle Muse. Il titolo stesso del volume, “La liberà che non libera”, pubblicato da La nave di Teseo, sottintende la natura politica dei suoi ragionamenti, alla riscoperta del valore del limite, che sembra perduto. Poco prima, aveva fatto riferimento alla mancanza del senso del limite di alcuni ministri del governo Meloni.
«Quando si conquista una carica, la prima cosa è tacere: ascoltare, studiare e comprendere».
Il rapporto con il Pd
Tra le sue proposte, di contro, un tetto al prezzo dell’energia, e la riproposizione dell’Industria 4.0. Il rapporto col Pd? «Ho chiesto a Letta di incontrarci per discutere delle nostre controproposte. Non mi ha mai risposto». Ribadisce il ruolo di Azione per contrastare il bipolarismo, «che ha fatto il suo tempo». Ad Ancona, Azione è nella coalizione di centro sinistra per l’elezione del nuovo sindaco. «Benissimo, per sostenere una persona capace, convincente. Non abbiamo pregiudiziali, se non con i pentastellati, con i quali non si riesce a fare niente di niente». E giù un fendente su Conte: «Si pronuncia sulla pace del mondo come farebbe una miss appena eletta. Non si ottiene la pace negando le armi agli ucraini». Conclude con un plauso al segretario cittadino di Azione, Tommaso Fagioli. E a Valeria Mancinelli: «Brava. Non riesco a capire come mai resti nel Pd».
Corriere Adriatico