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Le concessioni nel mirino
Il caso dell’ex Sacelit, l’area dove sarebbe dovuto sorgere il Borgo delle Torri, simbolo della trasformazione urbana del quartiere.
Gli stop
I lavori all’ex Sacelit si sono fermati definitivamente nel 2015, lasciando la zona ancora in cerca di riqualificazione. Anche per i Cinque Camini c’era stato lo stesso meccanismo: prima il finanziamento (da 35 milioni) poi la perizia di Banca Marche sul progetto. Così pure per l’ex Santa Cristiana, forse il simbolo delle incompiute di Lanari: il finanziamento di 30 milioni disposto con una pratica del 2007 alla società Città Ideale «viene erogato, come dire, sulla fiducia, senza perizia» scrivono i giudici nella sentenza. Il finanziamento «fulmineamente approvato» era stato concesso a «società appena costituita, quindi in assenza di dati contabili disponibili». Il capitale sociale era prossimo allo zero. Insomma, al momento del primo fido la banca «non disponeva di alcun idoneo elemento per valutare il merito creditizio». Nel 2012 nei confronti della Città Ideale l’esposizione della banca era di 44 milioni di euro, con un accantonamento minimo: 2 milioni. Fronte mare, avrebbero dovuto trovare posto centinaia di villette.
Le conclusioni
In definitiva, le modalità di finanziamento sarebbero state proprie di «uno speculatore arrembante che scommette, accettando il rischio di pregiudicare la garanzia patrimoniale dei suoi creditori». I finanziamenti alle imprese del Gruppo hanno avuto modalità, misura e forma dissennate (per taluni dolosamente dissennate)», tanto da incidere sul crac della banca.
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Corriere Adriatico