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ANCONA - «Non mi sono mai permesso di forzare una decisione. Mai sono andato in filiale per accelerare i pareri sulla concessione del credito. Se qualcuno veniva da me per presentare un progetto e chiedere una collaborazione a Banca Marche, rispondevo sempre di rivolgersi alla filiale di riferimento con la documentazione necessaria ad avviare la pratica. Se tutto era in ordine, l’iter arrivava fino al consiglio di amministrazione. Delibere bancarie pre-fattibili? Un’assurdità».
È, in sostanza, quanto riferito ieri in aula da Massimo Bianconi, direttore generale di Banca Marche dal 2004 al 2012 e imputato per il crac miliardario dello stesso istituto di credito, dichiarato fallito dal tribunale dorico nel 2016.
Sui rapporti con i clienti: «Non vivevo in una torre, ricevevo chi voleva incontrarmi». Tra i maggiori concessionari di Banca Marche c’era il costruttore Pietro Lanari: «Mi venne ad illustrare il progetto del Santa Cristiana. Mi parve interessante e gli dissi di andare in filiale per aprire l’istruttoria. Non ho mai accelerato i pareri su alcuna concessione». L’ex dg ha ricordato anche un viaggio con Lanari in Argentina, nel 2010: «Voleva realizzare un albergo, delle ville e un centro commerciale. Tornato in Italia, ne parlai con Vallesi per un possibile finanziamento. Il progetto per Banca Marche non era plausibile. Già con Lanari eravamo molto esposti». Più di 200 milioni di linee di credito aperte per progetti immobiliari.
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Corriere Adriatico