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ANCONA - La lunga estate rovente. Con l’arrivo dell’ennesima ondata di caldo africano - già da oggi è previsto un sensibile aumento delle temperature - torna prepotentemente in primo piano una criticità mai sanata: l’allarme siccità.
Sia nel segmento dell’idropotabile, che sul fronte dell’irrigazione delle colture, la perdurante assenza di piogge sta mandando in affanno le risorse idriche ed i danni iniziano a farsi tangibili soprattutto in agricoltura. Coldiretti ha stimato che nelle produzioni di vino ed olio la flessione si assesterà su un -30%, mentre per i foraggi la riduzione arriverà a toccare il -50%, mettendo in crisi anche gli allevamenti, già in forte difficoltà. Ma la questione si pone anche a medio termine per le primizie autunnali come gli spinaci: molti agricoltori stanno valutando di non piantarli, prevedendo già che i raccolti farebbero difficoltà a raggiungere livelli accettabili.
L’emergenza
«Anni consecutivi di calo dei livelli idrici portano all’emergenza - osserva il capo della Protezione civile delle Marche Stefano Stefoni -. A Roma abbiamo anticipato che chiederemo lo stato di emergenza. Intanto, stiamo portando avanti tutte le azioni propedeutiche del caso (la procedura prevede un’istruttoria in cui si mettono in evidenza tutte le misure adottate per arginare l’emergenza): se la situazione non dovesse migliorare, la richiesta al ministero verrà confermata la prossima settimana».
Le ordinanze anti spreco
Un contesto complicato che investe tutto il territorio regionale. Non pare dunque un caso che siano saliti a 92 i Comuni ad aver emanato ordinanze per limitare lo spreco della risorsa idrica, introducendo il divieto di lavare le auto, riempire le piscine private ed irrigare i giardini. La fetta maggiore è nel Pesarese, dove sono 25 le città ad aver dato corso all’ordinanza, ma anche nelle altre province si registrano numeri importanti, ed altri Comuni sono destinati ad aggiungersi all’elenco a stretto giro di posta, considerando l’aumento delle temperature - con conseguente assenza di precipitazioni - che si registrerà nei prossimi giorni. A ieri, i Comuni dell’Anconetano ad aver emanato il provvedimento anti siccità erano 22, mentre nel Maceratese se ne contavano 20, nel Fermano 13 e nella provincia di Ascoli Piceno 12. Un quadro estremamente complesso che, negli anni precedenti, si era registrato a partire da agosto. Ora invece siamo a malapena a metà dell’estate e gran parte della regione è in sofferenza. E le previsioni meteo, da questo punto di vista, non aiutano affatto: «È una tendenza che va verso la crisi idrica», l’amara conclusone di Stefoni.
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Corriere Adriatico