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TOLENTINO - Presidio ieri mattina dei lavoratori della Boost, ex Nazareno Gabrielli, davanti allo stabilimento in contrada Cisterna. La protesta è stata organizzata per avere chiarezza sul futuro dell’azienda dato il perdurare dello stato di incertezza riguardo il pagamento degli stipendi di giugno, la ripresa dell’attività lavorativa annunciata a più riprese e ancora disattesa, «il mancato pagamento delle spettanze agli esodati e la totale mancanza di risposte da parte della proprietà sul piano di ripartenza, oltre all’incertezza finanziaria che a tutt’oggi esiste».
Sempre ieri i dipendenti, un centinaio in totale, hanno scioperato per otto ore; solo in quattro sono rimasti al lavoro.
L’appuntamento è per oggi alle 16. «Speriamo – continua Gay – che da tale riunione ci siano sviluppi soprattutto sullo sblocco dei finanziamenti, nodo cruciale perché l’azienda gli ordini li ha ma manca di liquidità. Il rischio è che se non si riesce a partire ora, essendo l’azienda fortemente stagionale, si potrebbe fermare tutto».
«Lo sblocco deve avvenire anche sul versante pagamento dei salari di giugno che ad oggi non sono stati saldati - aggiunge Gay - sulle spettanze del Tfr e del fondo complementare pensionistico che non sono stati pagate». Nel caso in cui l’incontro di oggi non dia frutti i lavoratori continueranno ad organizzare iniziative come quella di ieri.
«Dobbiamo ottenere una risposta definitiva a questa crisi - spiega Biagio Liberati, segretario provinciale Sle Cgil -. Il problema non è economico, ma finanziario. L’azienda ha ordini, quindi c’è lavoro, ma non ha liquidità per l’acquisto di materie prime e per ripartire. Le iniziative continueranno finché non si arriverà alla soluzione». Vincenzo Annunziata e Francesca Biagetti della Rsu ribadiscono la richiesta di risposte achiare nell’incontro di oggi: «la situazione ormai si protrae da troppo tempo, da gennaio».
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Corriere Adriatico