Tolentino, scabbia nel villaggio Sae fratellini in terapia: «Nessun contagio»

Tolentino, scabbia nel villaggio Sae fratellini in terapia: «Nessun contagio»
TOLENTINO - Due casi di scabbia nel villaggio dei container in contrada Cristoforo Colombo. I casi riguardano due fratellini che subito sono stati sottoposti ai controlli previsti...

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TOLENTINO - Due casi di scabbia nel villaggio dei container in contrada Cristoforo Colombo. I casi riguardano due fratellini che subito sono stati sottoposti ai controlli previsti dai protocolli per questo genere di malattie; le loro condizioni vengono monitorate assiduamente per tenere sotto controllo la situazione. «Siamo intervenuti immediatamente in modo da prevenire il contagio», afferma Franca Laici, direttrice del reparto Prevenzione malattie infettive e cronico-degenerative dell’Area vasta 3. Che tranquillizza. «Tutto è sotto controllo, non c’è da allarmarsi per eventuali contagi».

 
I fratellini sono già stati sottoposti a visite specifiche. «In casi come questi - spiega la dottoressa Laici - c’è un iter sanitario ben preciso da seguire. Subito sono stati sottoposti a una visita dermatologica ed è stata prescritta una terapia specifica. Dopo il trattamento faremo una nuova visita per verificare i progressi. La terapia dura due o tre giorni durante i quali i bambini dovranno, tra le altre cose, applicare sulla pelle una crema specifica e fare docce accurate». Ora si attendono gli sviluppi e gli effetti della terapia, ma gli operatori sanitari tendono a tracciare un quadro rassicurante.
Una volta definita la profilassi, si cerca di capire come si siano verificati i due casi. Non si esclude che le condizioni di vita nel villaggio dei container possano aver favorito la proliferazione dell’acaro responsabile della malattia. Nell’area gli oltre duecento ospiti vivono da oltre due anni in condizioni particolari con bagni, docce e mensa in comune. La scabbia è un’infezione della pelle, caratterizzata dalla formazione di piccole protuberanze dolorose e di vesciche dovute alla presenza di acari microscopici in grado di annidarsi nello strato superficiale della pelle per deporre le uova.

La trasmissione avviene di norma nell’ambito del nucleo familiare. Il rischio di diffusione tramite indumenti, biancheria e asciugamani utilizzati da pazienti con sintomi della scabbia è in genere basso, ma può aumentare in caso di scabbia a croste, caratterizzata da una massiccia infestazione da acari. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico