TOLENTINO - Pochi minuti prima si erano incrociate in una via adiacente e da uno dei due gruppetti di quattordicenni erano partiti alcuni sputi. Non un cenno di saluto come ci si...
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Il fattaccio è avvenuto nelle adiacenze della basilica di San Nicola, luogo di riferimento per la città (e non solo) per altri motivi. Un terzetto di ragazzine - si parla di minorenni, tra i 14 e i 16 anni - prima apostrofa un’altra ragazzina di quelle già “incontrate”, poi una di loro passa alle vie di fatto ed aggredisce brutalmente la coetanea già presa di mira. Insulti e botte al volto fino a strapparle una ciocca di capelli poi bruciati. Ragazzine impietrite, nessuno si muove fino a quando alcuni passanti intervengono a salvare la giovanissima pestata.
Un agguato in piena regola, degno di un regolamento di conti di quelli che si credevano tipici delle cronache di altri territori. Non è neanche un problema di mancata integrazione di immigrati, tutte le ragazze coinvolte sono giovani tolentinati con famiglie di quelle che si è soliti definire bene alle spalle. La ragazzina aggredita ha dovuto far ricorso alle cure mediche per via delle botte subìte mentre i genitori hanno sporto denuncia per identificare i responsabili.
A parte il racconto della vittima del pestaggio, e di diversi testimoni, ci sarebbe anche il riscontro delle telecamere di videosorveglianza che il Comune ha fatto installare proprio per dare una percezione maggiore sul fronte della sicurezza. Pare che l’aggressione si stata “motivata” da ragazzini che non dovevano essere guardati, pare che anche dalle prime testimonianze emerga un quadro che non invita molto all’ottimismo. Non che Tolentino sia diventato improvvisamente il Bronx ma è possibile che la globalizzazione e i social network aiutino il proliferare di esempi negativi e violenti anche in contesti finora rimasti immuni. Poi improvvisamente ti ritrovi con una ragazzina italiana pestata a sangue nelle adiacenze della basilica di San Nicola. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico