Soldato morto, lo strazio della fidanzata «Ti sposo, prenditi cura della mia vita»

Soldato morto, lo strazio della fidanzata «Ti sposo, prenditi cura della mia vita»
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MONTELUPONE -  Militare morto in un incidente in Corsica, ieri lo straziante addio nella chiesa della sua città natale. Nella mattinata, nella chiesa di San Firmano, si sono svolti i funerali di Lorenzo Di Fonso, il ventisettenne caporale della Legione straniera, morto sabato scorso in un incidente in moto. Erano oltre 300 le persone che si sono date appuntamento per stringersi attorno ai familiari, il padre, la madre, la sorella e il fratello, e salutare per l’ultima volta il giovane, partito da giovanissimo per seguire la carriera militare. 


 

La chiesa non è riuscita a contenere la folla accorsa per l’addio a Lorenzo: in divisa c’erano anche i colleghi del papà Tony, autista soccorritore della Croce Azzurra. «Il dolore mi trafigge allo stomaco. Ho un nodo alla gola ogni volta che sento il tuo nome – ha scritto la fidanzata Alice in una lettera letta in chiesa da un amico di Lorenzo Di Fonso –. Con te ho cercato di concludere i progetti insieme. E il primo è che ti ho sposato Momo. Ti ho messo l’anello al dito, ma avevi gli occhi chiusi e le promesse te le leggerò io. Sentirò le tue carezze ogni volta che il vento sfiorerà il mio viso, piangerò con te ad ogni goccia che mi bagnerà, vedrò il tuo sorriso ogni volta che sorriderò. Ti prometto con questo anello che ti troverò ogni giorno ovunque tu sia. Sì, Momo, lo voglio e ora ti lascerò andare. Abbi cura della mia vita perché a te ora appartiene la parte migliore di me». 


Anche la sorella, Alessia, ha voluto ricordare il fratello tragicamente scomparso. «Ciao Lo. Ci sarebbero da dire tante parole. Non ci sei più fisicamente ma sappiamo che noi cinque saremo sempre uniti per l’eternità. Dà forza a me, a Denni, a mamma e a papà. Ti amiamo, sei il nostro sole, non spegnere mai il tuo sorriso, che ti ha sempre caratterizzato». Al termine della funzione religiosa, il feretro del militare ventisettenne è stato portato fuori dalla chiesa, in spalla, dai suoi commilitoni. Anche l’amministrazione comunale di Montelupone, guidata dal sindaco Pecora, ha espresso il suo cordoglio.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico