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MACERATA - Il Covid-19 ha stravolto le vite di tanti e anche modificato, in parte, i pericoli del web. Dall’adescamento dei minori, sempre più soli davanti al computer, rimasti chiusi in casa per mesi e mesi, fino allo “zoombombing”, le azioni di disturbo organizzate introducendosi nelle ormai quotidiane videochiamate, sia per le lezioni a scuola che per le chiamate di lavoro.
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Questi i fenomeni con i quali sono stati alle prese gli utenti, diversi dei quali hanno chiesto aiuto a Red, Rete educazione digitale di Macerata, l’associazione presieduta da Raffaele Daniele, nata con lo scopo di educare adulti e ragazzi ad un uso più consapevole delle nuove tecnologie, creata da diverse figure professionali operanti nel settore della sicurezza, della prevenzione e dell’informazione.
«Nel nostro territorio ci siamo trovati davanti al fenomeno dello “zoombombing”, una intrusione indesiderata in una chiamata in videoconferenza, legato anche all’uso frequente che si fa di piattaforme come Zoom o Meet per la didattica a distanza – ha spiegato Daniele –. C’è stata, almeno in un primo momento della pandemia e dunque del lockdown, tanta ignoranza nell’uso di queste piattaforme, inizialmente sconosciute ai più. Il fenomeno consiste nell’intrusione e nel disturbo in queste videochiamate da parte di ragazzi, attraverso episodi di disturbo generici, fino ad arrivare alla trasmissione di materiale pornografico. C’è chi si è intrufolato in questi gruppi sfruttando i link liberi passati da altri studenti. E nelle videochiamate ci si ritrovavano anche questi estranei. Una cosa simile è accaduta ad Appignano, mentre era in corso un seminario online sulle Foibe».
«Questo fenomeno, appunto, si è fatto sentire nel nostro territorio – ha continuato il presidente Daniele –.
Spesso vengono praticate nei confronti di ragazze adolescenti, da parte di giovanissimi, a volte coetanei o di poco più grandi. «I contatti avvengono tramite le chat dei giochi, poi gli autori, ottenendo la fiducia delle vittime, si fanno inviare foto osé tramite Whatsapp. E quando la persona non sta più al gioco, i responsabili minacciano di diffondere le immagini già ricevute». Alcune giovanissime cadute nella trappola, alla fine, hanno raccontato tutto ai genitori. Per loro un vero e proprio incubo. Un fenomeno purtroppo molto diffuso ai tempi della Dad, con adolescenti e giovanissimi per ore soli in casa davanti al Pc.
«Ci sono anche gli stickers con immagini di natura pornografica, che si mandano tra ragazzini, anche alle elementari - osserva ancora il presidente di Red -. Sono arrivate diverse segnalazioni di questo tipo».
Da quando è nata, l’associazione raccoglie segnalazioni da parte di utenti alle prese con problemi legati all’uso del web. L’associazione Red è stata fondata con l’obiettivo di creare una rete, capace di intervenire attraverso nuovi metodi di comunicazione e calibrando i progetti e gli interventi in base alle varie fasce sociali.
Sono diverse le realtà del territorio con le quali collabora Red, in sinergia per la realizzazione di conferenze, eventi e altre attività formative su tutta la provincia maceratese. Un grande impegno sul fronte della prevenzione, per garantire un uso consapevole e sicuro della rete. Tra le iniziative più importanti proposte da Red c’è quella del Villaggio Digitale, che nelle scorse edizioni ha ottenuto un grande successo.
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Corriere Adriatico