RECANATI - Se non avesse pagato i soldi richiesti ci avrebbero pensato gli “amici napoletani”. Era stata...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Era stata una delle minacce usate da un operaio di 33 anni di origine napoletana, Vincenzo Scialò, nei confronti di un collega per estorcergli denaro. L’uomo oggi, è stato condannato in tribunale a Macerata a cinque anni e un mese di reclusione. I fatti contestati erano avvenuti a Recanati tra maggio del 2004 e il 29 settembre del 2005, giorno in cui Scialò venne arrestato dai carabinieri. All’imputato, difeso dall’avvocato Francesco Ercoli del foro di Fermo, veniva contestata un’estorsione da centomila euro.
Denaro che il collega gli aveva dato privandosi dei propri risparmi e chiedendo prestiti prima ai familiari, poi a parenti, amici e a colleghi di lavoro.
Quando non ce l’ha fatta più ha chiesto aiuto ai genitori. Nel processo l’operaio si era costituito parte civile con l’avvocato Piergiorgio Moretti.
Oggi dunque la condanna del giudice Giovanni Manzoni che ha accolto la richiesta del Pm Stefano Lanari.
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico