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CIVITANOVA - «Le scuse di Filippo Ferlazzo non bastano, ora serve giustizia e non vendetta. È difficile riuscire a comprendere quello che è successo». Così la famiglia di Alika Ogorchukwu, l'ambulante nigeriano di 39 anni ucciso a Civitanova, sull'omicidio avvenuto lungo corso Umberto I, venerdì pomeriggio. Dalla sua cella del carcere di Montacuto, Ferlazzo si è detto disperato per quanto accaduto: «Mi dispiace, chiedo scusa: sono distrutto». I familiari della vittima sono tutelati dall'avvocato Francesco Mantella.
Il risvolto psichiatrico
Le parole del legale: «Se c'è un risvolto psichiatrico che si inserisce nelle cause dell'omicidio di Alika, serve riflettere: se Ferlazzo aveva un amministratore di sostegno, pare fosse la madre, perché questi non era vigilato? Bisognerà avviare una serie di verifiche».
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Corriere Adriatico