Macerata, il ticket della sosta scade durante il raid di Traini: donna multata

Macerata, il ticket della sosta scade durante il raid di Traini: donna multata
MACERATA - Neppure il coprifuoco fermò lo zelo dell’ausiliare del traffico. É la vicenda paradossale di un’automobilista e del suo biglietto scaduto a...

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MACERATA - Neppure il coprifuoco fermò lo zelo dell’ausiliare del traffico. É la vicenda paradossale di un’automobilista e del suo biglietto scaduto a far riaffiorare le ore di panico vissute da Macerata il 3 febbraio scorso. Con «un uomo armato in auto che sta sparando in città», per citare il messaggio del sindaco Romano Carancini diffuso sui social e via telefono, rinnovare il tagliando di sosta della sua di auto deve essere stato l’ultimo pensiero di una donna e di altri come lei trovatisi in quegli istanti a passeggio per il Centro storico.

 
L’autista dell’Alfa Romeo nera, rivelatosi poi Luca Traini, non aveva ancora un identikit preciso, così come erano molteplici gli avvistamenti in varie zone di Macerata, ma i colpi esplosi dalla sua arma, quelli sì, non davano adito a fraintendimenti. Non per l’operatore, forse all’oscuro di tutto o davvero sprezzante del pericolo, intento a fare il suo lavoro lungo via Armaroli e via Zara. Tra le 11 e le 13 di quella mattinata infernale, infatti, se l’automobilista cercava e trovava riparo all’interno di un negozio aspettando notizie più tranquillizzanti, l’ausiliare staccava l’ennesima sanzione della giornata stavolta sulla vettura della malcapitata. Poco importa se, ancora in quelle ora, lo stesso Carancini si affrettava a fermare il trasporto pubblico della città, a far chiudere gli studenti all’interno delle scuole e a invitare a non muoversi «fino a nuova comunicazione». Il “via libera”, giunto dopo l’arresto di Traini, ha avuto invece il sapore della beffa per l’automobilista, inevitabilmente oltre la soglia di tolleranza (10 minuti) e non in regola con quanto richiesto dal gestore dei parcheggi. In questo caso, sarebbe possibile “conciliare” pagando in sanatoria la tariffa evasa con una maggiorazione della penale pari a 3,50 euro. Una vera e propria ingiustizia secondo l’automobilista, tanto da farle dapprima rifiutare di pagare l’integrazione richiesta. Una goccia nel mare, certamente, rispetto a quanto avvenuto anche nei giorni successivi, ma se l’uomo dimentica, o prova a farlo, la burocrazia no. Passati i sette giorni, è scattata l’emissione della sanzione prevista dal Codice della strada, con la lettera, poco lieta, recapitata a distanza di tempo al domicilio della donna e il pagamento salato avvenuto, con amarezza, nelle ore seguenti.
 

Luca Traini si trova ora in carcere a Montacuto ed è in corso il processo di primo grado davanti ai giudici della Corte d’assise di Macerata. Proprio nei giorni scorsi il consulente Massimo Picozzi ha presentato la sua perizia, secondo cui l’imputato, difeso dall’avvocato Giancarlo Giulianelli, è capace di intendere e di volere. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico