MACERATA - Rubati peluche e il vassoio di ceri in ricordo di Pamela Mastropietro. I familiari della diciottenne romana uccisa e fatta a pezzi dal nigeriano Innocent Oseghale il 30...
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Non è la prima volta che viene preso di mira quell’angolo di giardinetto che si trova proprio davanti all’ingresso della casa di via Spalato dove il corpo di Pamela fu straziato. Il 26 maggio scorso qualcuno se l’era presa direttamente con la ragazza, vittima incolpevole di una barbarie anche difficile da immaginare. Qualcuno, infatti, aveva apposto scritte offensive rivolte a Pamela su un cartello attaccato a un albero. Di notte, ignoti erano entrati nel giardinetto e avevano scritto con un pennarello rosso «drogata». Anche in quel caso vennero avvisati dell’accaduto i familiari che condannarono pubblicamente il gesto: «Senza pietà. Non ce la fate proprio a rispettare una ragazzina morta, vero? Ma noi andiamo avanti, convinti anzi che questi gesti vigliacchi siano la dimostrazione che stiamo sulla strada giusta. E confidiamo, come sempre, nell’operato delle forze di polizia, che scoprano l’autore o gli autori di questa meschinità». Accanto ai giochi per bambini in quel giardino, c’è il tronco di un albero dove i familiari o qualche cittadino rimasto particolarmente scosso dall’accaduto, hanno lasciato e continuano a lasciare fiori, ceri, cartelli, peluche, per ricordare la diciottenne uccisa il giorno successivo alla sua fuga dalla Pars da un nigeriano che abitava al civico 124.
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Corriere Adriatico