Macerata, rapinatore con la pistola in gioielleria: arraffa 100 orologi e scappa

Macerata, rapinatore con la pistola in gioielleria: arraffa 100 orologi e scappa
MACERATA - «Non avrei mai pensato di ricordami una rapina con la pistola prima della pensione»: sono queste le prime parole di Graziano Tamburrini, di 62 anni, che,...

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MACERATA - «Non avrei mai pensato di ricordami una rapina con la pistola prima della pensione»: sono queste le prime parole di Graziano Tamburrini, di 62 anni, che, insieme alla moglie Maria Luisa Mariani, di 59 anni, gestisce la gioielleria Garulli di Corso Cairoli. Ieri mattina un uomo con accento laziale, con il volto scoperto, jeans, scarpe da tennis e un cappellino in testa, è entrato nell’attività, ha puntato la pistola (da appurare se vera o finta) ai titolari e, nel giro di qualche minuto, si è fatto consegnare 100 orologi per un valore di circa 10mila euro. «Venerdì mattina lo stesso uomo si era presentato da noi – racconta Tamburrini - e aveva visionato alcuni gioielli, tra cui degli orologi». Si era fatto mettere da parte un braccialetto e sarebbe tornato a prenderlo proprio ieri mattina. Forse era solo una scusa per fare un sopralluogo nell’attività.

 

E infatti ieri mattina si è ripresentato puntuale nell’oreficeria, stavolta armato di pistola. «Prima di farlo entrare è suonato il metaldetector ma non gli ho dato peso, perché ormai tutti abbiamo qualcosa con il metallo, per esempio i cellulari. Così l’ho fatto entrare e – continua Tamburrini – sono iniziati minuti di terrore per me, mia moglie e mia suocera, Maddalena Cacopardo che ha 88 anni, anche lei presente in negozio in quel momento. Ho seriamente temuto che si sentisse male». La rapina e quei momenti di tensione sono stati ripresi dalle telecamere a circuito chiuso dell’attività in cui si vede chiaramente il bandito che punta la pistola, dice di non voler far male a nessuno e chiede la consegna di tutto l’oro nella cassaforte, Scapperà con poco oro ma con 100 orologi in acciaio e in argento, più qualche altro prezioso. «Ora – continua Tamburrini - capisco il motivo della visita di venerdì mattina: era un modo per vedere il locale, visionare i nostri preziosi e valutare come agire oggi. È riuscito a scappare perché ha puntato l’arma contro mia moglie e così ho dovuto aprirgli la porta. Fortunatamente – afferma Tamburrini – il locale è videosorvegliato e ho tutte le riprese di ieri e di oggi che ho consegnato alle forze dell’ordine: sono intervenuti polizia e carabinieri che spero riescano a catturarlo e a recuperare la refurtiva. Qualche anno fa abbiamo subìto un furto di circa 10-12 mila: pensavo fosse la cosa peggiore che potesse essermi capitata. Mai avrei immaginato che potesse accadermi qualcosa di peggio e di dovermi ricordare una rapina con la pistola: non possiamo più stare tranquilli in nessun luogo. Ormai – sottolinea Tamburrini – questo lavoro non è più redditizio come un tempo, le persone non acquistano più l’oro e questa rapina non ci voleva proprio. Sono molto scoraggiato a continuare questa attività: in questo modo – afferma Tamburrini - colpiscono persone che lavorano in un settore in difficoltà. Attendevo la pensione con ansia, mia moglie ha ancora qualche anno prima di potersi ritirare dal lavoro e speravamo di poter vivere questi anni in tranquillità; dubito fortemente che entrambi riusciremo a cancellare il ricordo di questa terribile giornata. Un pensiero particolare va anche a mia suocera che ad 88 anni non meritava di assistere ad un fatto così grave». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico