Macerata, nei guai una coppia marocchina: «I miei genitori mi maltrattano»

Macerata, nei guai una coppia marocchina: «I miei genitori mi maltrattano»
MACERATA - Scappa di casa, la ritrova il fratello in stazione, il giorno dopo a scuola lei si sfoga con l’insegnante: «I miei genitori mi maltrattano». Dopo...

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MACERATA - Scappa di casa, la ritrova il fratello in stazione, il giorno dopo a scuola lei si sfoga con l’insegnante: «I miei genitori mi maltrattano». Dopo la denuncia, la figlia, all’epoca 17enne, era finita in una struttura protetta, mentre i genitori, il padre 51enne e la madre 48enne, finirono sul registro degli indagati per maltrattamenti. I fatti contestati sarebbero avvenuti in un Comune dell’entroterra tra il 2018 e il 2022. In base a quanto raccontato dalla ragazza, i genitori (entrambi marocchini) l’avrebbero fatta sentire inadeguata, sbagliata. Con comportamenti anaffettivi, minacce e violenze fisiche, l’avrebbero portata a compiere gesti autolesionistici e a mostrare intenzioni suicide. 

 


Il racconto

La minore riferì che da quando aveva compiuto 13 anni i genitori le avrebbero vietato di uscire e di usare i social permettendole solo di andare a scuola. Un giorno la madre, dopo averle visto i tagli sulle braccia, le avrebbe detto «La prossima volta tagliati sulle vene così muori». Un giorno il padre le aveva invece visto un tatuaggio (di quelli temporanei) sullo sterno e l’aveva presa a pugni in faccia, un’altra volta le avrebbe dato uno schiaffo perché si era sciolta i capelli mentre a casa avevano ospitato delle persone, poi quando la psicologa della scuola disse al genitore che la figlia mostrava intenzioni suicide avrebbe risposto che sarebbe stata una scelta della figlia che lui e la moglie avrebbe accettato. Quando la minore raccontò le presunte privazioni subite disse anche di aver accettato di mettere il velo per avere come premio un telefono senza Sim per giocarci, ma quando l’anno dopo chiese di poter togliere il velo la prima volta i genitori l’avrebbero minacciata dicendole che non l’avrebbero più mandata a scuola, la seconda che l’avrebbero segregata in casa portandole il cibo come a un cane. La figlia aggiunse anche che in un’occasione aveva chiesto al padre di poter uscire con le compagne di scuola e che lui le avrebbe risposto «Ti seppellirei viva». La giovane, nel frattempo, è diventata maggiorenne e ha riallacciato i rapporti con i genitori dai quali si reca ogni fine settimana. I genitori invece sono imputati per maltrattamenti in famiglia. Ieri l’udienza preliminare a loro carico è stata rinviata per definire un patteggiamento. Sono entrambi difesi dall’avvocato Laura Mariani.

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Corriere Adriatico