Gli imprenditori del settore preoccupati: «I giovani non fanno più il pane. Serve ricambio generazionale»

Gli imprenditori del settore preoccupati: «I giovani non fanno più il pane. Serve ricambio generazionale»
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MACERATA - Non ci sono più giovani che vogliono fare i fornai. Il mestiere è sicuramente in grado di dare enormi soddisfazioni ma comporta indubbiamente molti sacrifici. Primo tra tutti, probabilmente, il fatto di dover lavorare di notte, quando gli altri dormono. A lanciare l’allarme sulla mancanza di giovani per il settore della panificazione sono gli imprenditori di Confartigianato.

 

Nel corso di alcuni incontri che si sono svolti sul territorio gli operatori hanno parlato all’associazione delle proprie esigenze e problematiche, che si concentrano appunto nel difficile reperimento di manodopera e anche nell’aumento del costo delle materie prime. Spiega Lucia Biagioli, referente Confartigianato interprovinciale Panificatori: «La prima questione che emerge dal confronto è la problematica ricerca di personale specializzato. Con amarezza, gli operatori hanno proprio sottolineato il debole interesse dei giovani nel confrontarsi con un settore che ancora oggi “sforna” un prodotto che è parte dell’identità collettiva e fondamento della nostra dieta. I panificatori testimoniano con il loro lavoro un amore viscerale per queste elaborazioni, che stanno portando avanti con un occhio di riguardo verso processi innovativi. I panificatori, infatti, sono sensibili e rispondono prontamente alle nuove richieste della clientela, ma sono rimasti soli: manca un cambio generazionale e il passaggio di conoscenze».

La prossima riunione è in programma l’11 novembre a Civitanova. Altra questione di primissimo piano è il caro materie prime. «Alcuni prodotti (penso a farine, oli o frumenti) hanno visto quasi raddoppiato il prezzo all’ingrosso - osserva il presidente Confartigianato panificatori Fulvio Del Monte-. Se a questo ci aggiungiamo gli aumenti di luce, acqua, gas, carburanti, ecco che la situazione diventa per noi insostenibile. Questi aumenti sono poi piombati repentinamente sulle attività, non dandoci modo di poterci organizzare».

 

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Corriere Adriatico