Ricattata dall'amante conosciuto su Facebook: «Paga o dico tutto a tuo marito»

Ricattata dall'amante conosciuto su Facebook: «Paga o dico tutto a tuo marito»
MACERATA - Con le accuse di truffa (sia tentata sia consumata) ed estorsione ieri è stato rinviato a giudizio un 40enne di Civitanova originario del Casertano. I fatti...

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MACERATA - Con le accuse di truffa (sia tentata sia consumata) ed estorsione ieri è stato rinviato a giudizio un 40enne di Civitanova originario del Casertano. I fatti risalgono al 2018 quando imputato e vittima si erano conosciuti su Facebook, lei sposata e madre, lui né coniugato né con prole, avevano iniziato a scriversi su Messenger per qualche giorno, poi avevano deciso di incontrarsi. 

 

Il periodo

La donna, che all’epoca stava attraversando un periodo difficile col marito, aveva iniziato una storia clandestina con quell’uomo che aveva detto di lavorare in un cantiere navale ad Ancona, ma dopo qualche settimana lui avrebbe iniziato a chiederle dei soldi, prestiti che si era impegnato a restituire appena possibile e che, nel tempo, raggiunsero la somma di 11mila euro. Gran parte di quei soldi per l’amante, la donna li aveva presi dal conto corrente cointestato col marito. 
La denuncia


Nella denuncia – lei è parte civile con l’avvocato Simone Santoro – la vittima aveva raccontato che il suo amante aveva motivato le richieste adducendo problemi ora lavorativi, ora giudiziari, riuscendo sempre a convincerla. Per aiutarlo la donna gli avrebbe consegnato anche oro e preziosi appartenenti sia a lei sia ai suoi familiari, per un valore di 3mila euro. Tutto questo sarebbe accaduto tra febbraio e maggio del 2018. Dopo un anno di nuovo l’incubo. Con la minaccia che se non gli avesse prestato altro denaro avrebbe rivelato al marito la relazione adulterina mostrandogli anche presunti filmini e foto di loro mentre compivano atti sessuali, si era fatto consegnare altri 3mila euro, poi le aveva fatto acquistare per lui un cellulare da 1.200 euro (tra maggio e settembre del 2019). Infine, dopo aver ottenuto l’accensione del finanziamento per l’acquisto del primo cellulare, l’imputato sarebbe tornato nel negozio di elettronica e avrebbe acceso a nome dell’amante, un altro finanziamento per 1.300 euro per l’acquisto di un secondo cellulare. Ieri il gup Domenico Potetti ha rinviato a giudizio l’imputato.

 

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Corriere Adriatico