«Facciamo rumore, basta violenza». Gli studenti di “Officina” in corteo a Macerata. Ecco cosa hanno chiesto

La manifestazione per le vie di Macerata
MACERATA - Ieri pomeriggio Macerata è stata attraversata da un corteo organizzato dal movimento studentesco “Officina Universitaria” contro la violenza sulle...

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MACERATA - Ieri pomeriggio Macerata è stata attraversata da un corteo organizzato dal movimento studentesco “Officina Universitaria” contro la violenza sulle donne, la seconda manifestazione in meno di 24 ore dopo la fiaccolata del giorno precedente in memoria di Giulia Cecchettin. Si chiedeva un evento all’insegna del rumore è così è stato, nel ricordo suo e di tante altre donne vittime di violenza, oltre che una richiesta di attenzione e di cambiamento per tutte coloro che ne sono attualmente assoggettate. Così lo voleva Martina Gagliardi, coordinatrice del movimento organizzatore. 


«Questa è una  manifestazione in risposta alle parole di Elena, la sorella di Giulia Cecchettin. Abbiamo deciso di prendere in considerazione la sua richiesta di bruciare tutto e quindi siamo qui per fare rumore. Noi non abbiamo bisogno di silenzio ma di alzare la voce in memoria di quelle donne che non ci sono più ma soprattutto per quelle che ogni giorno subiscono violenze psicologiche, fisiche e molestie. Che vivono tutti i giorni dentro una società dove gli uomini fanno fatica a riconoscere la responsabilità che hanno nelle nostre vite. Ciò perché ci tolgono la possibilità di uscire da sole di casa, di vivere. Non lo fanno solo uccidendoci ma anche limitandoci nelle nostre vite. Oggi siamo qui sia per fare rumore per tutte le donne vive e morte sia per chiedere agli uomini di prendersi queste responsabilità». Verso le cinque del pomeriggio i partecipanti hanno cominciato a riunirsi in Piazza Annessione.

La richiesta

Il corteo è partito un quarto d’ora dopo circa, con i manifestanti che si sono aggiunti man mano che si avanzava fino ad arrivare a più di un centinaio. Varie le soste fatte dagli organizzatori in corso Garibaldi di cui una particolarmente significativa sotto la facoltà di Filosofia dell’università. Alle 18.30 la marcia si è conclusa in piazza Battisti. Molti gli slogan e i discorsi intervallati dai vari minuti di rumore e musica fatti con strumenti come i tamburi e le casse, ma anche rudimentali come i mazzi di chiavi. Vari i discorsi per richiedere maggior intervento istituzionale, per evidenziare l’obbligo di mutare determinati atteggiamenti oltre che un ricordo di Giulia e delle altre vittime. Tutto questo rumore per un vero cambiamento.

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Corriere Adriatico