Giovane aggredita e tradita più volte dal marito chiede un maxi risarcimento

Giovane aggredita e tradita più volte dal marito chiede un maxi risarcimento
CORRIDONIA -  Lui la tradisce e la picchia, lei lo denuncia e gli chiede un risarcimento a cinque zeri. Secondo l’accusa l’uomo avrebbe umiliato la moglie con...

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CORRIDONIA -  Lui la tradisce e la picchia, lei lo denuncia e gli chiede un risarcimento a cinque zeri. Secondo l’accusa l’uomo avrebbe umiliato la moglie con frequenti adulteri, le avrebbe impedito di avere contatti con i genitori e poi l’avrebbe aggredita con schiaffi, spintoni e improperi.

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Alla fine la donna si era allontanata dalla casa coniugale e aveva denunciato il marito. Ieri l’uomo, un 23enne di origine pakistana, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. La ex moglie, una connazionale, si è costituita parte civile chiedendo un risarcimento di 100.000 euro. 


I fatti contestati risalgono al periodo precedente l’ottobre del 2019. Secondo quanto denunciato dalla donna l’allora marito l’avrebbe maltrattata con frequenti scatti di ira e aggressioni sia verbali sia fisiche. In alcune occasioni l’ex coniuge l’avrebbe presa a schiaffi, l’avrebbe strattonata e spintonata, umiliandola con frequenti relazioni extraconiugali e impedendole, di fatto, di mantenere i contatti con i propri genitori che erano rimasti in Pakistan. Non solo. Lui l’avrebbe minacciata di morte, costringendola a vivere in un clima di terrore, ma alla fine la donna decise di sottrarsi a queste condotte, si allontanò dall’abitazione coniugale e trovò rifugio in una struttura protetta.

In base a quanto denunciato dalla donna l’allora marito, anche dopo il suo allontanamento da casa avrebbe continuato a minacciarla di morte, ma questa volta “per conto terzi”, ovvero erano dei connazionali che avrebbero riferito alla donna delle minacce pronunciate dall’ex coniuge nei suoi confronti. Dopo la querela la vicenda finì sotto il vaglio della Procura, a coordinare le indagini fu il sostituto procuratore Stefania Ciccioli che, al termine degli accertamenti, chiuse il fascicolo contestando al pakistano il reato di maltrattamenti in famiglia e chiedendo al gup il rinvio a giudizio del 23enne. 


Ieri il procedimento è finito all’attenzione del giudice dell’udienza preliminare Domenico Potetti e dello stesso pm Ciccioli. L’imputato, che ha scelto di non chiedere riti alternativi, è stato rinviato a giudizio. Il processo a suo carico si aprirà il 16 febbraio del prossimo anno dinanzi al giudice Daniela Bellesi. È difeso dall’avvocato Alessandro Pettinari, ieri sostituito dal collega Luca Sartini. La donna, invece, si è costituita parte civile con l’avvocato Alessandro Calogiuri del foro di Ancona. Ha chiesto 100.000 euro di risarcimento per danni patrimoniali e non patrimoniali subiti.

 

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Corriere Adriatico