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CORRIDONIA - Non chiamatele ronde. Semplicemente perché non lo sono. Da diverse settimane alcuni genitori corridoniani si sono organizzati per fare delle passeggiate notturne nei luoghi più a rischio per quanto riguardo lo spaccio e la piccola delinquenza cittadini. Obiettivo? Scoraggiarli nel modo più semplice possibile, ovvero con la presenza di occhi attenti laddove il buio, il degrado e l’abbandono forniscono terreno fertile per la loro proliferazione.
A spiegare la genesi di questa iniziativa, che ormai ogni sabato sera coinvolge decine di genitori e bambini (nell’ultima passeggiata erano circa 25) è Samuele Rita, coordinatore dell’associazione dei genitori. «È nato tutto un po’ per caso – racconta Rita – prima dell’esplosione della pandemia ci incontravamo circa una volta al mese per parlare delle problematiche dei nostri figli, partendo dalle droghe e allargando il discorso ad ampio raggio.
Le zone dell’ex fornace e dell’Enaoli sono i punti caldi più frequentati e non è certo una sorpresa. «Ma andiamo dove vediamo aggregazioni di ragazzini – prosegue l’ideatore delle passeggiate –. All’inizio eravamo in otto, poi con il passaparola siamo arrivati ad essere una venticinquina. Tutti i sabati verso le 21.30 ci incontriamo e camminiamo, niente di più. Non siamo forze dell’ordine né personale del Comune, ci limitiamo a osservare ciò che vediamo. È chiaro che chi vuole fare qualcosa sia “frenato” se si vede osservato da della gente, per cui le nostre camminate servono a fare da deterrente, a ognuno il suo compito. In alcuni appuntamenti sono venuti con noi anche i carabinieri, ma è giusto che le funzioni siano separate tra noi e loro. Non possiamo né vogliamo sostituirci al ruolo fondamentale delle forze dell’ordine».
L’idea di Rita è però anche quella di tornare all’attività “ordinaria” dell’associazione, che si era un po’ fermata. «Vorremmo tornare ad organizzare incontri e dibattiti sui temi più delicati che si legano ai nostri figli – aggiunge – ma ancora ci stiamo riflettendo».
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Corriere Adriatico