Autovelox senza cuore: multata l'ambulanza che trasferisce i malati Covid

Civitanova, autovelox senza cuore: multata l'ambulanza che trasferisce i malati Covid
MACERATA - Supera il limite di velocità di 28 km/h, ambulanza multata mentre trasporta un malato. È accaduto il 7 marzo scorso, una manciata di giorni prima che...

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MACERATA - Supera il limite di velocità di 28 km/h, ambulanza multata mentre trasporta un malato. È accaduto il 7 marzo scorso, una manciata di giorni prima che scattasse il lockdown in tutta Italia per il Coronavirus. A finire sotto il flash dell’autovelox fisso della polizia municipale di Loreto in località Bellaluce, un’ambulanza della Croce verde di Civitanova. In quel periodo il mezzo aveva affiancato il 118 dell’ospedale di Civitanova per effettuare il trasporto dei pazienti da Civitanova ad altri ospedali in vista dell’arrivo di pazienti Covid. 


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Per questo motivo già dai primi giorni di marzo in città era iniziata l’importante fase di spostamento dei pazienti in altri istituti per liberare posti letto e creare così la ricettività per i contagiati da Covid 19. Il 7 marzo l’ambulanza della Croce Verde doveva trasportare un paziente all’ospedale di Recanati ma in località Bellaluce è finita sotto l’obbiettivo impietoso dell’autovelox.
 
Nei giorni scorsi la Croce Verde, tramite l’avvocato Maurizio Vallasciani ha presentato un ricorso alla prefettura di Ancona contro il verbale. Il legale e la presidente dell’associazione, attraverso l’atto hanno evidenziato lo stato di necessità di quell’intervento e che la velocità, di 28 chilometri orari sopra il limite consentito (era 70), era stata generata dall’urgenza di effettuare quanti più trasporti possibili. 


Un trasporto in più, evidenziano nel ricorso, significava una disponibilità in più per un malato che rischiava la vita. Nel ricorso il legale ha poi ricordato l’impegno degli autisti di ambulanza e del personale paramedico che ogni giorno hanno rischiato la loro vita per soccorrere gli altri, sempre presenti e pronti a intervenire per portare aiuto a chi aveva bisogno mettendo da parte le proprie paure sia per se stessi sia per i propri cari in caso di contagio. Tutti i giorni, ma in particolare in quelli durissimi di emergenza coronavirus hanno continuato a lavorare a testa bassa, sono stati chiamati “eroi”, perché in quei giorni, poi diventati settimane e poi mesi, hanno continuato a offrire il proprio supporto a chi aveva bisogno. Ora con il ricorso la Croce verde ha chiesto l’annullamento del verbale di contestazione con le decurtazioni dei punti previste per l’infrazione commessa in uno stato di necessità.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico