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CIVITANOVA - Erano passate poche ore dal delitto di via D’Azeglio. E la città era presidiata dalle forze dell’ordine impegnate nelle ricerche dell’assassino di Rached Amri. Un via vai continuo di pattuglie. Non propriamente la situazione ideale per mettere a segno un furto sul lungomare. Ma la sfrontatezza di un 39enne di Montegranaro ha superato ogni limite. A tal punto da spingerlo a scegliere il bersaglio più rischioso: lo chalet della polizia di Stato. Ma non è finita qui. Ha alzato ancor di più l’asticella della sfacciataggine: dopo aver fatto razzia di soldi, bevande e snack, si è permesso anche il lusso di dormire su un lettino dello stabilimento balneare, come se niente fosse. Un segnale di come a Civitanova i malviventi abbiano ormai perso ogni freno inibitore. Ma alla fine non l’ha passata liscia.
La ricostruzione
Il delitto del 26enne tunisino è avvenuto sul lungomare Sud, mentre il Lido della polizia si trova a Nord.
I sospetti
Subito gli agenti hanno notato una persona che dormiva distesa su un lettino, vicino alla battigia. A fianco aveva uno scatolone pieno di bevande e l’uomo, un 39enne residente a Montegranaro ma di fatto senza fissa dimora, ha detto di averle trovate su un tavolino del bar dello chalet. Ma non è tutto. I poliziotti hanno trovato poco distante, nascosti sotto un pattino, due grossi cacciavite e un piede di porco. Nello zaino del 39enne c’erano invece 80 euro, numerose merendine e gli occhiali da sole del gestore dello stabilimento. Così è scattato l’arresto per furto aggravato. L’uomo è stato portato in commissariato e ieri mattina, in Tribunale a Macerata, è iniziato il processo per direttissima davanti al giudice Francesca Preziosi e al pubblico ministero Luisella Tassi. L’arresto del 39enne è stato convalidato, ma niente carcere o domiciliari. Nei confronti dell’uomo è stata disposta solo la misura dell’obbligo di dimora a Montegranaro (come detto, non ha una casa). In aula ha respinto le accuse, sostenendo che i soldi erano l’elemosina racimolata nei giorni scorsi a Loreto. «Ero andato in quello chalet solo per dormire - ha detto l’arrestato -. Appena arrivato ho visto due persone che stavano scappando: sono state loro a rubare. Io non c’entro nulla». Tesi a cui la polizia non ha creduto. Al 39enne è stato notificato anche il divieto di ritorno a Civitanova per tre anni. Il suo avvocato, Caterina Francia, ieri in udienza ha chiesto i termini a difesa. Il processo è stato rinviato al 14 ottobre.
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Corriere Adriatico