La famiglia del medico ucciso dal Covid: «I fondi sono un giusto riconoscimento»

La famiglia del medico ucciso dal Covid: «I fondi sono un giusto riconoscimento»
CINGOLI  - Lo stanziamento di 15 milioni di euro per le famiglie dei professionisti sanitari che hanno perso la vita a causa del Covid deciso dal governo è stato...

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CINGOLI  - Lo stanziamento di 15 milioni di euro per le famiglie dei professionisti sanitari che hanno perso la vita a causa del Covid deciso dal governo è stato accolto con particolare soddisfazione a Cingoli, dove è ancora viva, a distanza di quasi due anni, la scomparsa del 67enne medico di famiglia Francesco Foltrani, che il 19 marzo 2020 in piena pandemia e con Cingoli coinvolto in uno dei più grandi focolai della regione, venne ucciso dal virus. La notizia della sua morte gettò nello sconforto l’intera comunità cingolana colpita fortemente anche per altri decessi. 

 


Foltrani fu il primo medico ucciso dal virus della provincia di Macerata. Per la sua morte scese in campo il presidente dell’Ordine dei medici Romano Mari che tra dolore e rabbia - «non possiamo mandare i medici a combattere il Coronavirus senza dispositivi», tuonò - definì il medico cingolano «un martire, un medico in prima linea morto sul campo». Ora lo Stato ha riconosciuto ai medici deceduti quel merito che restituisce loro dignità professionale ed economica. Sono indennizzi speciali che andranno al coniuge e ai figli o, in mancanza, ai genitori.


«Il provvedimento - commenta la famiglia del medico - riconosce il sacrificio non solo del nostro caro ma di tutti gli operatori sanitari che hanno svolto il proprio lavoro per tutelare la salute dei malati Covid e che hanno perso la vita in condizioni estreme, in particolare nei primi mesi dell’emergenza sanitaria quando dovevano lavorare sprovvisti di ogni dispositivo. Aspettiamo di conoscere il testo del decreto per capire meglio a chi andrà il risarcimento e in quale forma».


Al dottor Foltrani, ritenuto da tutti una figura di alta professionalità e umanità, in prima linea contro il Covid, a maggio del 2020 l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Michele Vittori decise di intitolare l’ospedale: l’atto ufficiale fu approvato dalla giunta il 22 gennaio 2021. Subito partì una richiesta al Capo dello Stato e al ministero dell’Interno per inserire il dottor Foltrani tra le vittime del dovere in modo tale da riconoscere il suo gesto come un esempio di virtù civica. Ma l’ente municipale si mosse anche a livello regionale per richiedere le autorizzazioni necessarie per l’intitolazione. Oggi l’ospedale, eretto attorno al 1215, è intitolato a Santa Caterina in omaggio alla chiesa dedicata alla santa patrona d’Italia. 


In questi due anni, però, le pratiche sono rimaste un po’ nei cassetti dei rispettivi enti a causa della pandemia, ma ora con la situazione che sta migliorando si è tornati a sollecitare le richieste per le autorizzazioni. Non c’è ancora nessuna data ufficiale per l’intitolazione dell’ospedale, ma se non ci saranno intoppi potrebbe anche essere fatta in estate o subito dopo. L’atto ufficiale del Comune sull’intitolazione, fu accolto con molta soddisfazione dalla famiglia Foltrani. «Ad oggi non abbiamo notizie sull’iter dell’intitolazione - spiegano i familiari del medico –. È comprensibile che con la grave situazione sanitaria in corso la cosa si sia un po “raffreddata”. Ovviamente noi siamo contenti della scelta dall’amministrazione comunale, ma forse sarebbe meglio intitolare l’ospedale anche a tutte le vittime da Covid di Cingoli. La città in questi due anni ha molto sofferto e pianto la morte di tanti suoi concittadini. Sarebbe un giusto riconoscimento al dolore delle famiglie coinvolte in questa triste storia».

 

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Corriere Adriatico