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Quando si parla ricordi, il concetto di concretezza sembra svanire come neve al sole. Prosciugato, svuotato, sfumato, fiaccato dall'esercizio della memoria di guardarsi indietro e andare a caccia di una delle cose più immateriali, eppure più dense di significato, della nostra vita, come i ricordi. Di fronte all'inconsistenza dei ricordi, è costretta ad alzare le mani, la concretezza, ad arrendersi. E, con lei, è costretto ad alzare bandiera bianca anche il cuore di chi, alle parole eteree, preferisce la praticità di tutto ciò che si può tradurre in realtà, che sia un gioco o un'equazione matematica. «Da studentessa ho sempre amato risolvere problemi e quesiti logici - confessa Maria Laura Bracalente, assessore all'Ambiente, al commercio, alle attività produttive, alle politiche europee e alla transizione energetica di Porto Sant'Elpidio -: le vedevo come qualcosa di reale, come un gioco intrigante di cui venire a capo. Complice la professoressa Badalini, l'insegnante di matematica ai tempi delle scuole medie, e di quel suo modo di insegnare magnetico e accattivante, mi sono appassionata alle scienze e a tutto ciò che ha un riscontro pratico nella vita di tutti i giorni. Il lavoro che faccio oggi è un'eredità di quegli anni lì, in cui vedendo la mia prof all'opera sognavo anche io, un giorno, di sedermi dietro la cattedra e trasmettere ai miei alunni la stessa passione per un mondo fatto di praticità e concretezza».
La memoria
Un mondo dove, solo apparentemente, per i ricordi non c'è posto.
Lo scrigno
Il passato sa essere davvero uno scrigno prezioso: di emozioni, lacrime, gioie e sorrisi. Ma, anche, di insospettabili reperti antichi. Maria Laura ride: rientra in quella categoria la maschera antigas «che tirammo fuori, un pomeriggio, da sotto una delle palme da terra del giardino di Villa Bernetti - ricorda -: era chiusa in una scatola, che io e i miei amici aprimmo con il cuore in gola. Vederla fu uno spettacolo: era la concretizzazione dei racconti dei nostri nonni sulla guerra, prova del tempo che passa e delle testimonianze che restano».
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Corriere Adriatico