MONTE URANO - Quello che i calzaturieri si aspettavano alla vigilia dell'Obuv (oggi giornata conclusiva) è puntualmente arrivato: pochi visitatori e pochi ordini. La...
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"Probabilmente sono quelli che hanno tentato di penetrare il mercato ma non ci sono riusciti" ci dice Eugenio Scheggia del calzaturificio Spring (marchio Mario Bruni) di Montegranaro. "Per me bisognerà attendere il 2016 per sapere quale direzione prenderà il mercato russo e speriamo che sia quella giusta. A Mosca i negozi sono pieni di scarpe perché non hanno venduto. E se non incassano non pagano... Sotto questo aspetto probabilmente ci avrebbe aiutato un Obuv che si fosse svolto tra una ventina di giorni, così i negozianti avrebbero avuto più tempo per vendere e incassare". Scheggia però non perde la fiducia: "Se in Italia ci fossero state le stesse condizioni che ci sono in Russia, sarebbe tutto fermo. Qui invece la volontà di ripartire non manca". C'è la voglia ma ancora non ci sono i presupposti (e la liquidità) per una ripartenza per un mercato che per molti calzaturieri fermani è l'unico. All'Expocentr di Mosca non manca il supporto delle associazioni e della Carifermo presente con il vicedirettore generale Marino Silvi e con il responsabile della divisione commerciale Ermanno Traini. "E' indubbio che in fiera ci sono stati meno clienti del solito e sono apparsi molto parsimoniosi" sottolinea Cristiano Ferracuti del calzaturificio Missouri di Monte Urano. "La crisi ha fatto selezione ma dobbiamo restare ottimisti anche se il mercato russo non sarà più quello di una volta. Anche qui si giocherà al risparmio, con un'oculata gestione del magazzino, dei costi e si punterà ad un'ottimizzazione aziendale".
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Corriere Adriatico