Monterubbiano, ritardi e polemiche Il ponte crollato scalda l'assemblea

Il ponte crollato
MONTERUBBIANO - Ne è passata di acqua sotto i ponti, verrebbe da dire. Peccato che in questo caso il ponte non ci sia più perché quel 2 dicembre 2013 è...

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MONTERUBBIANO - Ne è passata di acqua sotto i ponti, verrebbe da dire. Peccato che in questo caso il ponte non ci sia più perché quel 2 dicembre 2013 è crollato. A quasi un passo dall'inizio dei lavori per la ricostruzione, il 22 marzo scorso, un'altra piena ha portato via altre due campate e l'iter si è arrestato di nuovo. Possibile che i progettisti non avessero previsto l'ipotesi plausibile di altri crolli?


Si è parlato di questo, giovedì sera, all'assemblea pubblica alla Bocciofila di Rubbianello che è stata molto partecipata. Ad aprire il dibattito il sindaco, Maria Teresa Mircoli: «Ho voluto fermamente quest'assemblea per avere risposte». Dal ballatoio qualcuno è già pronto ad alzare la voce: «Dopo tre anni siete venuti qui - dicono dal pubblico lamentando l'assenza delle autorità - il sindaco di Montefiore dell’Aso è stato l'unico a dirci qualcosa».

Quando, con difficoltà, torna il silenzio, prende la parola il presidente della Provincia di Ascoli Paolo D'Erasmo, che torna sui tempi della vicenda, dalla dichiarazione dello stato d'emergenza al finanziamento dell'appalto 9 mesi dopo il crollo, al vincolo "d'interesse monumentale" imposto dalla Soprintendenza nell'agosto 2014 che, di certo, non ha velocizzato l’iter, fino all'approvazione del progetto preliminare nel 2015 e l'aggiudicazione dei lavori. Poi il secondo crollo che ha portato all'annullamento della Conferenza dei servizi, fissata per il 19 aprile perché il progetto preliminare della ditta non poteva essere approvato in quanto prevedeva la ristrutturazione delle due campate che nel frattempo sono crollate.

«Il problema - spiega D'Erasmo - è che una modifica sostanziale prima della Conferenza dei servizi non è contemplata nelle norme inerenti le opere pubbliche». Ricostruire le campate comporterebbe un onere maggiore e obbligherebbe a ripartire con le procedure di gara, cosa che è da scongiurare perché farebbe dilatare ulteriormente i tempi. «Noi stiamo cercando la soluzione all'interno della norma per continuare con la procedura di gara fatta». Fissato per lunedì prossimo alle 13 l'ultimo incontro in Regione per la decisione definitiva e «non più procrastinabile», come conclude D'Erasmo.


La spiegazione dell'aspetto giuridico spetta ad Aronne Perugini, presidente della Provincia di Fermo: ricorda che la convenzione stipulata da chi li ha preceduti prevedeva che il progetto preliminare spettasse a Fermo mentre quello esecutivo ad Ascoli. Secondo Perugini «l'inghippo è giuridico», poiché se non ci fosse stato il crollo, una volta fatta la Conferenza dei servizi e approvato il progetto definitivo, dopo 60 giorni i lavori sarebbero iniziati. Invece, il crollo delle due campate si è verificato tra la fase dell'aggiudicazione e l'approvazione del progetto definitivo. «Ricominciare da capo al momento è considerata l'extrema ratio», conclude Perugini, che sembra confidare in una scelta tra 15 giorni. In caso contrario Mircoli propone la realizzazione di un ponte di ferro provvisorio. Proposta che non sembra aver riscosso molto successo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico