Teschio sui Sibillini, due piste a Montefortino: c'è anche uno scomparso durante un'escursione

Teschio sui Sibillini, due piste a Montefortino: c'è anche uno scomparso durante un'escursione
MONTEFORTINO - Indagini dopo il ritrovamento di un teschio umano avvenuto, come abbiamo riferito ieri, sui monti Sibillini. L’operazione è stata condotta da...

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MONTEFORTINO - Indagini dopo il ritrovamento di un teschio umano avvenuto, come abbiamo riferito ieri, sui monti Sibillini. L’operazione è stata condotta da carabinieri, Soccorso Alpino e vigili del fuoco dopo la segnalazione proveniente da un paio di escursionisti di Comunanza. Il teschio è stato recuperato dai vigili del fuoco e sequestrato dai militari dell’Arma e ora si trova nel cimitero di Montefortino a disposizione degli esperti. Non ha più la mandibola e dovrebbe essere abbastanza datato. Ma per sapere quanto, sarà necessario attendere gli accertamenti disposti dalla Procura di Ascoli. Un bel rebus, anche se gli inquirenti sembrano già propendere verso due piste.

 


Le verifiche

La prima risale molto indietro nel tempo ed è legata a una vecchia chiesetta che si trovava in zona e della quale ora praticamente non c’è più traccia. In questo caso il teschio potrebbe appartenere a una persona che era stata sepolta nei pressi o sotto la chiesa. Ma il tempo passato e la scarsa probabilità che la salma sia tornata, anche se parzialmente, in superficie, spingono gli investigatori a tenere in maggiore considerazione l’eventualità che si tratti del teschio di una persona scomparsa i cui ultimi avvistamenti sono stati effettuati in zona. In particolare c’è il caso di un escursionista che pochi anni fa, all’epoca del terremoto, è scomparso in zona. L’uomo faceva parte di una comitiva di fuori provincia che ne aveva perso le tracce. Le ricerche, all’epoca, erano state vane.

Il lavoro

La prima segnalazione del teschio, con tanto di foto, era stata fatta ai carabinieri dagli stessi escursionisti dell’Ascolano e ora il reperto deve essere sottoposto a tutte le verifiche del caso per stabilire, innanzitutto, a quando risalga. Si trovava a poca distanza dal fiume Tenna e, per la precisione, nei pressi di un sentiero che collega la zona di Vetice, a poca distanza dal santuario dell’Ambro, con quella di Rubbiano, che rappresenta le porte verso le gole dell’Infernaccio. Questo particolare spiegherebbe il fatto che sia stato avvistato solo ora: si tratta di una zona poco battuta dagli amanti del trekking sui Monti Azzurri che preferiscono la tradizionale ascesa dalle gole verso l’eremo o la sorgente del Tenna oppure la zona verde che sale sui monti alle spalle del santuario, costeggiando nel primo tratto il torrente Ambro.

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Corriere Adriatico