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FERMO - Suona la carica ai sindaci, il Comitato per la salute del Fermano. Come massime autorità sanitarie dei Comuni, tuonano Giuseppe Diomedi, Tania Gallucci e Bruno Nepi, devono alzare la voce con la Regione per mettere quella di Fermo in pari con le altre quattro province marchigiane.
«È vero – spiega il Comitato – che, con la riforma sanitaria, la Conferenza dei sindaci è stata privata del potere decisionale e può solo dare la sua opinione, ma i sindaci sono i primi ufficiali sanitari dei Comuni e non possono pensare solo a feste e inaugurazioni, dove hanno gli applausi assicurati».
La presenza di solo 19 primi cittadini, su 40, alla Conferenza dei sindaci del 10 agosto, scorso per gli esponenti del Comitato, è l’emblema del loro disinteresse. Dopo il primo incontro con il nuovo direttore dell’Area vasta 4 Roberto Grinta, i contatti con i vertici della sanità fermana si sono interrotti. «La politica ha aspettato quattro mesi per nominare una persona che non vede l’ora di andarsene», dicono ancora Diomedi, Gallucci e Nepi. E si riferiscono alla candidatura spontanea che Grinta avrebbe inviato all’Asur per sostituire la dimissionaria Lucia Di Furia alla guida dell’Agenzia regionale sanitaria. Per il Comitato, i nodi da sciogliere restano gli stessi. L’emodinamica e il robot chirurgico di cui si sono perse le tracce. Il personale che manca e che non arriva. L’ambulatorio di Cardiologia che doveva essere riattivato, ma che è ancora fermo. I due nuovi ospedali da completare e riempire. Raccontano di una ragazza che ha scoperto di soffrire di fibrillazioni, i tre del Comitato. Dell’Holter che deve portare per capire cos’è che non va e della visita non prima del 2023. Alla fine s’è rivolta al privato, ma non è una soluzione che tutti possono permettersi.
Slitta, intanto, a sabato l’avvio delle terze dosi per i pazienti ultrafragili, cominciate ieri in buona parte della regione. Riceveranno il vaccino in reparto, almeno 28 giorni dopo la seconda dose, e saranno chiamati dalla Direzione medico ospedaliera, per fissare giorno e ora. Si tratta di immunodepressi, trapiantati, dializzati e pazienti oncologici e oncoematologici.
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Corriere Adriatico