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FERMO - Spaccio tra Lido Tre Archi e Porto Sant’Elpidio, scattano i blitz, denunce, sequestri e allontanamenti ma gli spacciatori ritornano. Non se ne esce. Ospiti a casa di amici con la fedina penale non proprio pulita contano sull’ospitalità al pusher. Una nuova forma di profitto.
La punta dell’iceberg
Il dramma si è palesato 10 giorni fa, con l’accoltellamento di Civitanova dell’8 agosto che ha lasciato per strada un uomo morto. Era un regolamento di conti tra spacciatori e si è scoperto che l’accoltellatore viveva a Porto Sant’Elpidio nascosto nel sottoscala di una casa, un amico lo proteggeva. Trattandosi di omicidio il caso è venuto a galla ma quanti restano in ombra? Nelle ultime settimane si sono infittiti i controlli delle piazze dello spaccio e giovedì la Questura ci è andata pesante con le verifiche. Blitz alla Faleriense. Passato al setaccio un locale considerato sospetto, impegnati nell’operazione agenti in divisa e in borghese, uno spiegamento di forze notevole: 4 autocivette e una squadra volante.
Battaglia tra due clan
L’intemerata delle forze dell’ordine faceva seguito ai numerosi sopralluoghi dei giorni scorsi e dopo una faida tra bande fuori da un bar dove sarebbero coinvolti due clan: nordafricani titolari dei fortini della droga alla Faleriense e un gruppo di nuovo insediamento tra cui figura una quarantenne romena che addirittura dovrebbe essere fuori dalle Marche.
Dubbi e ipotesi
A che servono i fogli di via se non vengono rispettati? Si vanifica così anche l’enorme lavoro che stanno facendo le forze dell’ordine mettendo a rischio anche la loro incolumità. C’è un’organizzazione a monte nell’ospitalità a soggetti socialmente pericolosi? Se lo domanda l’assessore alla Sicurezza di Porto Sant’Elpidio Vitaliano Romitelli, ponendo la questione del pass per l’Italia da negare a chi è senza lavoro: «negli ultimi cinque anni, dall’inizio del mio mandato, siamo sempre stati in prima linea sul fronte dei controlli – dice Romitelli – carabinieri e polizia presidiano il territorio notte e giorno, applicano la legge, ma il problema è a monte. Chi arriva in Italia deve dimostrare di avere un lavoro altrimenti la situazione diventa incontrollabile ed è un problema per tutti. Dimostrare di potersi sostenere economicamente è il primo passo per la regolarità».
Serve un censimento
A Lido Tre Archi, nonostante le telecamere e il presidio h24 come a Porto Sant’Elpidio, i residenti si lamentano per l’esagerata presenza di persone agli arresti domiciliari, ne risultano una trentina addirittura, con obbligo di firma: «li portano tutti qui - dice il portavoce del comitato dei residenti Gabriele Voltattorni – tutti a Tre Archi. E il problema si estende a vicina Porto Sant’Elpidio per forza di cose. Non è questione di controlli perché la presenza dei carabinieri non si può negare. Qui ci vuole un censimento, è da tanto che lo diciamo, si faccia finita l’estate, quando i turisti se ne sono andati, per controllare tutti gli appartamenti, affittati e di proprietà. Incrociando i dati di affitti, Tari, catasto si capisce chi vive del suo lavoro e chi no. In via Tobagi i blitz sono costanti ma la situazione è sempre punto e a capo, continuano a spacciare e sono sempre gli stessi».
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Corriere Adriatico