OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
La ricostruzione
«Le accuse che le erano state mosse dalla Procura a seguito della denuncia si sono quindi rilevate del tutto infondate», come rimarca lo stesso avvocato De Minicis, il quale ribadisce la volontà della cliente alla pubblicazione del nome dopo la sentenza.
La segnalazione
Le accuse a suo carico erano molto corpose e frutto di una prolungata indagine condotta, a seguito delle denunce, da parte della Guardia di finanza di Ascoli. Alla 56enne veniva contestato di aver concesso ad una conoscente un prestito di 33mila euro, a fronte del quale avrebbe preteso garanzie sproporzionate, dai gioielli a quadri storici di valore, fino ad un’abitazione nel territorio di Monte San Giusto. I militari avevano effettuato perquisizioni e sequestri in due case dell’indagata, trovando documenti ed oggetti di valore, in particolare gioielli e due quadri ad olio del XVI secolo, oltre ad assegni bancari ed effetti cambiari per oltre 92mila euro e scritture private da cui si evincevano prestiti per altri 87mila.
Le cifre
La Guardia di finanza aveva sequestrato beni per complessivi 250mila euro, ritenuti frutto di usura ed ipotizzato tassi d’interesse con punte del 360% su base annua. Un impianto accusatorio che però non ha convinto i giudici e che i legali della difesa sono riusciti evidentemente ad incrinare, tanto da ottenere l’assoluzione della donna. Tra l’altro tutti i beni a loro tempo sequestrati (titoli di credito, scritture, gioielli e dipinti) dovranno essere restituiti a Quintili come legittima detentrice. Così ha stabilito il tribunale. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico