Fermo, razzia di leccornie all'azienda agricola. L'appello: «Aiutateci a ritrovarle»

Gli scaffali desolatamente vuoti
FERMO - Confetture e pesche sciroppate, zucchine sott’olio e olio extravergine d’oliva. E altro ancora. Tutto sparito. È il bottino del colpo messo a segno ai...

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FERMO - Confetture e pesche sciroppate, zucchine sott’olio e olio extravergine d’oliva. E altro ancora. Tutto sparito. È il bottino del colpo messo a segno ai danni del punto vendita di Molini, lungo la provinciale, dell’azienda agricola Di Mattia di Monte Giberto.

Ma stavolta,  i titolari, oltre alla rituale denuncia, hanno deciso di tentare una carta in più, segnalando l’irruzione sulla pagina Facebook dell’azienda, con tanto di foto con i prodotti in vetrina e poi gli scaffali tristemente vuoti dopo il raid.
  
Il titolare Edoardo Di Mattia è sconsolato, tanto che descrive «il 12 gennaio 2019» come una data che difficilmente dimenticherà. «Dopo aver fatto moltissimi sacrifici, dopo aver investito tutto in un progetto che a me e a tutta la mia famiglia piace chiamare progetto di vita. Dopo aver atteso i lunghi tempi della signora burocrazia italiana, eravamo riusciti a coronare e realizzare il nostro sogno, quello di avere a disposizione un piccolo punto vendita carino e accogliente direttamente sul campo dove noi coltiviamo con cura i nostri ortaggi freschi di stagione. Una vita, quella di campagna, fatta di soddisfazioni e a volte anche di piccole delusioni con raccolti distrutti magari da avvenimenti climatici avversi. Mai e poi mai avrei pensato di trovarmi davanti a tutto questo. Porta scassinata e murale svuotato. Tutto ma proprio tutto ci è stato portato via, vanificando il lavoro fatto durante l’anno».
Di Mattia, il cui appello è stato poi condiviso sui social, chiede aiuto: «Se nel caso qualcuno si trovasse di fronte a dei vasetti di confetture, sotto’olio, agrodolce, passate e olio del nostro tipo in qualche mercatino, ci contattasse in privato. Questa - conclude - è l’Italia dove tutto è possibile. Nonostante ciò noi andiamo avanti determinati più di prima, perché niente e nessuno possono privarci di continuare a sognare». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico