OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
FERMO - Una tomografia e un laser «di ultimissima generazione» per curare le patologie della macula e la tecnologia 3D per quelle della retina. Investe nell’Oculistica, l’ospedale Murri di Fermo. Il reparto diretto da Carlo Sprovieri è «centro di riferimento» per la cura degli occhi, con 1.500 interventi l’anno. Che, in tempo di Covid, non sono pochi. «Avendo una sala autonoma, abbiamo risentito parzialmente del blocco operatorio», spiega il primario. Il difficile – fa sapere – «è la logistica, cioè far entrare i pazienti in sicurezza».
Le cifre
Dall’inizio della pandemia, l’equipe di Sprovieri ha operato una sola persona positiva, dedicandogli l’intera giornata. Nel complesso, gli interventi sono passati dai 2.200 degli anni precedenti ai 1.500 di adesso, «soprattutto casi con patologie gravi». È su quelli che si sta concentrando il reparto, «arrivando a fare 250 patologie della retina l’anno».
Gli strumenti
Il reparto può adesso contare su un Oct per lo studio delle maculopatie, «per stabilire come e quando trattarle con le iniezioni intravitreali», costato 150mila euro. Su un laser micropulsato «per le forme più lievi di maculopatia e per fare prevenzione sul glaucoma nei casi in cui non è indicata la chirurgia», che vale 80mila euro. E sulla tecnologia 3D, per operare il segmento anteriore dell’occhio e la retina: un monitor da settanta pollici collegato con un microscopio operatorio, «il futuro della chirurgia della retina». Centocinquanta i trapianti di cornea effettuati nell’ultimo anno. Interventi «di ultima generazione», spiega Sprovieri, «meno traumatici rispetto a prima, con la stessa efficacia e una riabilitazione molto più veloce». Le cornee arrivano dalla Banca degli organi delle Marche o da quella di Mestre.
I pazienti
Un reparto all’avanguardia che attira «almeno 700-800 persone all’anno, che arrivano dal nord delle Marche per operarsi» e che ha catturato l’attenzione delle multinazionali del farmaco che «stanno facendo lavori sulla nostra casistica». Un reparto organizzato in ambulatori (Maculopatia, Glaucoma, Pediatria), che collabora con la Diabetologia, «con cui condividiamo un percorso di ottimizzazione tramite un’apparecchiatura con cui loro fotografano il fondo dell’occhio e noi refertiamo in tempo reale», e che ha stretto un accordo con i distretti del Fermano, «per far sì che prevenzione e patologie croniche si spostino sul territorio, mentre l’ospedale si occupi dei casi più gravi».
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico